Ecco la tenda pre-triage, frontiera contro l’infezione
Il «Pass» serve per gestire i maxi afflussi. E combattere l’ansia
Qui non ci sono problemi per avere a portata di mano gel igienizzanti e guanti in lattice. Ci sono anche le mascherine, ormai introvabili oltre il cancello. E su un carrello immacolato e disinfettato in un angolo del tendone sono disposte in ordine le bustine con i kit da distribuire ai pazienti. Solo a vederli si capisce che in questo momento sono molto preziosi. Il posto di assistenza socio sanitario (Pass) è pronto, oltre la tenda grigio chiaro alta come un sipario c’è un ospedale da campo perfettamente attrezzato, ma ancora vuoto. Il suo compito è fare da filtro per l’accoglienza allo Spallanzani di via Portuense, per smistare chi si presenta preoccupato all’idea di essere stato contagiato dal coronavirus ma anche chi soffre di patologie diverse e deve essere indirizzato nel reparto giusto.
Il Pass è stato ultimato due giorni fa. L’emergenza coronavirus nel Lazio è rimasta per fortuna in questi giorni solo sulla carta: a parte i tre contagiati, tutti guariti, allo Spallanzani, non ci sono stati altri positivi, e nemmeno - almeno per ora secondo le fonti ufficiali - fra gli oltre cinque milioni di abitanti della Capitale, con hinterland e litorale.
I ricoverati nell’istituto specializzato nella cura delle malattie infettive, e in questa circostanza in prima linea nella lotta contro l’infezione ormai diventata mondiale, sono tuttora 47, mentre quelli giunti in accettazione sono stati 167, 120 dei quali dimessi perché negativi ai test. Qui sono passati anche i compagni di viaggio della coppia di cinesi che saranno dimessi nei prossimi giorni dopo la riabilitazione, come pure il ricercatore emiliano riportato a Roma da Wuhan con un volo speciale dell’Aeronautica e ancora il giovane Niccolò, il 17enne di Grado che a sua volta potrebbe lasciare domani l’ospedale per tornare a casa. Centinaia ancora i tamponi inviati da tutto il Centro e dal Sud Italia per le risposte sui test di altri pazienti in numerose regioni. Insomma un super lavoro che non accenna a calare, ma che ha bisogno adesso dell’aiuto di chi opera nella tensostruttura montata a tempo di record all’inizio della settimana dai volontari della Protezione civile, come è successo in altri 33 casi su 45 in tutto il Lazio.
All’interno di quello dello Spallanzani, su una superficie di circa 700 metri quadrati, ci sono quattro sale visite, nelle quali squadre di medici e infermieri, protetti dalle tute isolanti, accoglieranno i potenziali pazienti. Ma la struttura servirà anche per fornire informazioni e tranquillizzare chi si presenta in ospedale in stato ansioso perché con i sintomi influenzali compatibili con il coronavirus. In caso di maxi afflusso - che è quello che ancora si teme - il Pass dovrebbe scongiurare il rischio di sovraffollamento e caos al pronto soccorso.