Corriere della Sera (Roma)

Lazio, Mihajlovic dà lezioni di scudetto

Il tecnico del Bologna ne ha vinti 5: 3 da giocatore (uno in biancocele­ste) e 2 da vice allenatore

- Stefano Agresti

A lezione di scudetto. In cattedra – domani alle 15 in uno stadio Olimpico debordante di passione – Sinisa Mihajlovic, oggi tecnico del Bologna. Il quale di titoli se ne intende, avendone vinti un po’ ovunque e in vesti differenti.

Da calciatore: tre in quella che un tempo si chiamava Jugoslavia (uno con il Vojvodina e due con la Stella Rossa) e due in Italia, il primo dei quali proprio con la Lazio, bissato con l’Inter.

Da vice-allenatore: altri due in nerazzurro come collaborat­ore principale di Roberto Mancini (oggi c.t. della nostra Nazionale), un altro degli artefici dello scudetto biancocele­ste del 2000. Corsi e ricorsi, i vincenti non cambiano se si trasferisc­ono altrove.

A lezione di scudetto. I giocatori della Lazio ne hanno bisogno, ora che sono coinvolti in questo sprint a tre con Juventus e Inter, perché di esperienza in materia ne hanno davvero poca. L’unico che è diventato campione d’Italia è il loro allenatore, Inzaghi, anche lui importante componente del gruppo che ha dato al club biancocele­ste il secondo e ultimo titolo della sua storia. Era il centravant­i ragazzino appena arrivato dalla provincia, da Piacenza: si inserì subito, seguì i compagni più esperti, gente che ne aveva viste di tutti i colori negli stadi di mezzo mondo.

Già, ma stavolta chi possono seguire i suoi calciatori se cercano in campo, con lo sguardo, qualcuno che indichi loro la via per il titolo?

A lezione di scudetto. Perché nella formazione titolare della Lazio c’è solo un calciatore che ha conquistat­o un campionato, Radu, il quale lo ha vinto tredici anni fa, alla prima stagione da protagoni-Borussia sta con la Dinamo Bucarest, sei mesi prima di mollare tutto e trasferirs­i a Roma per non andarsene mai più. Gli altri? Zero. Non solo non ne hanno vinti i giovani maturati o esplosi nella Lazio (Milinkovic-Savic, Luis Alberto, Strakosha, Luiz Felipe); non solo non ne ha uno in bacheca Immobile, il quale ha toccato grandi club come Juventus e Dortmund, oppure Acerbi che è transitato dal Milan: è all’asciutto addirittur­a il brasiliano Lucas Leiva, benché sia stato un punto di riferiment­o del Liverpool per un decennio.

A lezione di scudetto. Oltre a Radu, c’è solo qualche riserva che può raccontare cosa significa vincere un campionato. Il laziale più decorato è di gran lunga Proto, il quale con l’Anderlecht si è aggiudicat­o sei titoli in Belgio (due da riserva, quattro da titolare). E due li ha raccolti nella sua personale bacheca anche il difensore Vavro, l’unico biancocele­ste a esserci riuscito in paesi differenti: uno conquistat­o nella sua Slovacchia, uno in Danimarca, entrambi da protagonis­ta.

Poi, giusto per non dimenticar­e nulla e nessuno, ci sono i due titoli del Belgio assegnati a Lukaku (ma con due partite complessiv­e giocate) e quello vinto in Svizzera dal Basilea di Caicedo, che però aveva cambiato aria a metà stagione.

A lezione di scudetto. Ce n’è bisogno, perché quando lo sprint diventa incandesce­nte allora l’esperienza può fare la differenza. E nella Lazio, a parte Inzaghi, non c’è un giocatore che abbia mai vinto un titolo in Italia oppure in uno dei principali paesi del calcio europeo.

Domani

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