Lazio, Mihajlovic dà lezioni di scudetto
Il tecnico del Bologna ne ha vinti 5: 3 da giocatore (uno in biancoceleste) e 2 da vice allenatore
A lezione di scudetto. In cattedra – domani alle 15 in uno stadio Olimpico debordante di passione – Sinisa Mihajlovic, oggi tecnico del Bologna. Il quale di titoli se ne intende, avendone vinti un po’ ovunque e in vesti differenti.
Da calciatore: tre in quella che un tempo si chiamava Jugoslavia (uno con il Vojvodina e due con la Stella Rossa) e due in Italia, il primo dei quali proprio con la Lazio, bissato con l’Inter.
Da vice-allenatore: altri due in nerazzurro come collaboratore principale di Roberto Mancini (oggi c.t. della nostra Nazionale), un altro degli artefici dello scudetto biancoceleste del 2000. Corsi e ricorsi, i vincenti non cambiano se si trasferiscono altrove.
A lezione di scudetto. I giocatori della Lazio ne hanno bisogno, ora che sono coinvolti in questo sprint a tre con Juventus e Inter, perché di esperienza in materia ne hanno davvero poca. L’unico che è diventato campione d’Italia è il loro allenatore, Inzaghi, anche lui importante componente del gruppo che ha dato al club biancoceleste il secondo e ultimo titolo della sua storia. Era il centravanti ragazzino appena arrivato dalla provincia, da Piacenza: si inserì subito, seguì i compagni più esperti, gente che ne aveva viste di tutti i colori negli stadi di mezzo mondo.
Già, ma stavolta chi possono seguire i suoi calciatori se cercano in campo, con lo sguardo, qualcuno che indichi loro la via per il titolo?
A lezione di scudetto. Perché nella formazione titolare della Lazio c’è solo un calciatore che ha conquistato un campionato, Radu, il quale lo ha vinto tredici anni fa, alla prima stagione da protagoni-Borussia sta con la Dinamo Bucarest, sei mesi prima di mollare tutto e trasferirsi a Roma per non andarsene mai più. Gli altri? Zero. Non solo non ne hanno vinti i giovani maturati o esplosi nella Lazio (Milinkovic-Savic, Luis Alberto, Strakosha, Luiz Felipe); non solo non ne ha uno in bacheca Immobile, il quale ha toccato grandi club come Juventus e Dortmund, oppure Acerbi che è transitato dal Milan: è all’asciutto addirittura il brasiliano Lucas Leiva, benché sia stato un punto di riferimento del Liverpool per un decennio.
A lezione di scudetto. Oltre a Radu, c’è solo qualche riserva che può raccontare cosa significa vincere un campionato. Il laziale più decorato è di gran lunga Proto, il quale con l’Anderlecht si è aggiudicato sei titoli in Belgio (due da riserva, quattro da titolare). E due li ha raccolti nella sua personale bacheca anche il difensore Vavro, l’unico biancoceleste a esserci riuscito in paesi differenti: uno conquistato nella sua Slovacchia, uno in Danimarca, entrambi da protagonista.
Poi, giusto per non dimenticare nulla e nessuno, ci sono i due titoli del Belgio assegnati a Lukaku (ma con due partite complessive giocate) e quello vinto in Svizzera dal Basilea di Caicedo, che però aveva cambiato aria a metà stagione.
A lezione di scudetto. Ce n’è bisogno, perché quando lo sprint diventa incandescente allora l’esperienza può fare la differenza. E nella Lazio, a parte Inzaghi, non c’è un giocatore che abbia mai vinto un titolo in Italia oppure in uno dei principali paesi del calcio europeo.
Domani