Corriere della Sera (Roma)

Balduina e Fidene, la grande paura per le buste esplosive

Ferite tre donne, nessuna è grave

- R. Fr.

Terrore ieri pomeriggio da Fidene alla Balduina per le buste esplosive recapitate a due donne di 57 e 68 anni che sono finite in ospedale con ustioni al volto e alle mani. Diciotto ore prima era accaduta la stessa cosa nel Centro di smistament­o postale di Fiumicino, dove è rimasta ferita un’impiegata di 56 anni. Nessuna di loro è grave. Si indaga su un collegamen­to fra gli episodi, visto che il primo plico era indirizzat­o a un’ex dipendente dell’università di Tor Vergata. «Ho aperto la busta perché ho visto che a spedirmela era stata una mia amica», ha raccontato una delle vittime. Fatto che potrebbe far pensare a una conoscenza da parte dell’attentator­e.

«Abbiamo sentito un botto, all’improvviso». Poi le grida di una donna, e poco dopo gli infermieri del 118 che spingevano una lettiga per farla entrare in un palazzo di via Piagge, zona Colle Salario, non lontano da Fidene. A essere soccorsa una donna di 57 anni, dipendente dell’Inail, ustionata al volto e alle mani: solo pochi istanti prima aveva aperto una busta che gli era stata recapitata nel pomeriggio. Un plico esplosivo, con polvere pirica contenuta in una scatolina. Un innesco interno. costruito da mano abile e spietata. l’ha fatta saltare non appena la donna ha estratto alcuni documenti. Per fortuna non ci sono state conseguenz­e serie: un avvertimen­to, quindi, per fare male, comunque, più che una precisa volontà di uccidere, anche se la fiammata ha terrorizza­to la vittima, così come lo scoppio si è sentito a decine di metri di distanza.

Rosa Q. è stata ricoverata in osservazio­ne al Policlinic­o Umberto I. Non è in gravi condizioni ed è già stata sentita dai carabinier­i che con la polizia indagano sull’ondata di buste esplosive che in poche ore hanno ferito tre donne. Il primo caso nella nottata precedente nel Centro smistament­o delle Poste in via Capperini, a Fiumicino: in questo caso ferita una dipendente di 56 anni che si è ritrovata fra le mani una busta che doveva essere recapitata a una ex impiegata dell’università di Tor Vergata, ora in pensione.

La 56enne è stata accompagna­ta al pronto soccorso e poi dimessa. È sotto choc. Il secondo episodio alle 18 di ieri e in questo caso la vittima non si è insospetti­ta nell’aprire la busta perché come mittente aveva un nome - un’altra donna - che conosce molto bene. Questo è uno degli indizi che possono far pensare a un attentator­e al corrente del giro di amicizie della 57enne, forse collegata anche all’altra donna, Elisabetta M., di 68, residente in via Fusco, alla Balduina, rimasta ferita in circostanz­e analoghe sempre ieri sera.

Solo che lei accanto aveva il marito che l’ha subito soccorsa, accompagna­ndola poi sull’ambulanza che ha trasportat­o la pensionata, ex dipendente di una società, al Policlinic­o Gemelli. Tanta paura ma solo qualche bruciatura più profonda. I medici hanno consigliat­o alla 68enne di rimanere in ospedale per una notte. È stata ascoltata dagli investigat­ori della Digos che hanno avviato un’indagine per capire i collegamen­ti con gli altri due episodi. Chi indaga ha acquisito i frammenti degli ordigni che ora saranno esaminati dal Ris dei carabinier­i e dalla Scientific­a della polizia per capire come siano stati assemblati e se ci siano impronte digitali sui resti che possano portare all’identifica­zione dell’attentator­e. Una sorta di «Una bomber» che potrebbe aver avuto un conto in sospeso con le vittime, anche se non si può escludere il gesto di un folle: potrebbe aver preso a caso il nome delle vittime. Il timore è che in circolazio­ne possano esserci altri pacchi in consegna. C’è massima allerta da parte di chi consegna la corrispond­enza: i postini sono stati sensibiliz­zati su quello che dovranno recapitare già oggi. Ed è corsa contro il tempo per individuar­e eventuali altri plichi.

Corsa contro il tempo Verifiche in corso per intercetta­re eventuali altri pacchetti spediti dall’attentator­e

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(foto Frustaci/Ansa) La sindaca Raggi, l’assessora Meleo, tecnici e operai all’inaugurazi­one della canna Nord del tunnel Giovanni XXIII

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