Turismo, in crisi gli hotel a 5 stelle: «In Italia allarmi esagerati»
Raffica di cancellazioni negli alberghi in centro, Saladini (Parco dei Principi): «Il danno è enorme»
Per il turismo americano diretto a Roma il black out è peggiore di quello delle Torri Gemelle, mentre i visitatori cinesi erano già spariti alla fine di gennaio. Pioggia di cancellazioni negli hotel del centro per la paura da coronavirus: «A Roma siamo intorno al 60% di rinunce - spiega Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi e proprietario del Bernini Bristol di piazza Barberini -. Per la prima volta dal dopoguerra c’è il blocco di tutti i tipi di turismo, dal leisure al business, e dall’Europa o dal Nord Italia non arriva più nessuno».
Al Parco dei Principi, cinque stelle con piscina davanti a Villa Borghese, cancellati meeting e congressi fino ad aprile. «E non arrivano nuove prenotazioni — racconta il direttore dell’albergo, Daniele Saladini —. In questo modo è compromessa anche la Pasqua. Ci siamo fatti male da soli, siamo stati dei dilettanti mostrando tutta l’Italia a rischio. Ma cosa c’entra Roma con il lodigiano o con Codogno? Ormai il danno è fatto, ed è enorme. Cerchiamo però di essere ottimisti e vogliamo pensare che entro un paio di settimane tutto possa tornare alla normalità». Fiducia anche da parte di Bocca: «Ho due hotel a Milano, The Grey e l’Hotel de la Ville, con un calo di presenze del 90% - aggiunge -. Oltre agli ospiti, scarseggiano anche i dipendenti perché, con le scuole chiuse, non sanno a chi lasciare i figli. Ma sono certo che, appena ripartiranno Milano e Venezia, seguirà anche Roma e il nostro Paese rappresenterà una delle mete più sicure. Buon segnale quello lanciato dal Vinitaly di Verona che ha confermato le date di aprile e dal Cibus di Parma, l’evento dell’agroalimentare che si svolgerà regolarmente a maggio. Abbiamo avuto contatti con alcuni rappresentanti del governo - sottolinea il presidente di Federalberghi - per predisporre importanti campagne pubblicitarie a sostegno del turismo italiano appena questo ciclone sarà passato». Anche all’Hassler di Trinità dei Monti le prenotazioni sono ferme ma le cancellazioni più contenute: «Abbiamo esagerato con tutti questi allarmi — commenta il proprietario, Roberto Wirth -, ma come il panico è stato improvviso, altrettanto velocemente scomparirà». Soffrono pure gli hotel di via Veneto e qualcuno, come il Majestic, ha scelto di chiudere il ristorante fino a metà marzo, mentre gli hotel De Russie, Eden, De La Ville, Rome Cavalieri e Aleph si trincerano dietro un «no comment». «Questo specifico segmento ci ha un po’ protetto - dice Filippo Rebecchini, presidente di Icarus, la società proprietaria dei due alberghi -, ma il flusso dei clienti è diminuito». Una riflessione sulla«comunicazione» da parte di istituzioni e media rappresenta tra gli albergatori una priorità. «Se in Piemonte con un solo caso confermato c’è stato l’assalto ai supermercati forse dovremmo chiederci il perché — conclude Bocca —. Dall’estero continuano a chiamarci per sapere se a Venezia i bambini riescano a camminare, perché la immaginano ancora sott'acqua».
Per la prima volta dal dopoguerra c’è il blocco di tutto il settore
Bernabò Bocca