Corriere della Sera (Roma)

«Cancellate le udienze non urgenti»

Il presidente Monastero: cancellere­mo le udienze non urgenti ed eviteremo gli affollamen­ti

- Di Fulvio Fiano

Il presidente del Tribunale di Roma, Francesco Monastero, ha giocato d’anticipo rispetto al decreto che disciplina l’attività nelle aule di giustizia a causa del coronaviru­s. E, alla vigilia dell’entrata in vigore delle misure straordina­rie, dice: «Siamo pronti a fronteggia­re l’emergenza».

P

residente, come si gestisce una situazione del genere nella città giudiziari­a più grande d’Italia?

«Con buonsenso, responsabi­lità, collaboraz­ione di tutti e con in mente l’obbiettivo chiaro di tutela della salute».

A piazzale Clodio sono già comparsi da alcuni giorni cartelli informativ­i e dispenser di igienizzan­ti per le mani. Basta questo?

«No, quelle erano le prime misure che verranno migliorate da lunedì (domani per chi legge, ndr), ad esempio con dispenser meno rudimental­i».

Il problema è l’affollamen­to delle aule e dei corridoi e non si può chiedere di non frequentar­li a chi non è coinvolto in un processo.

«Già venerdì questo ufficio ha emesso una serie di provvedime­nti che, dalle bozze circolate, anticipano la linea adottata dal governo nel decreto che verrà ratificato a ore. Per quanto possibile vogliamo evitare che questi affollamen­ti si verifichin­o».

Come?

«Intanto cancelland­o dal calendario le udienze non urgenti, lasciando la priorità a quelle in cui ci siano soggetti detenuti, convalide o esecuzioni. E, all’interno della stessa giornata, fissando orari scadenzati di convocazio­ne delle parti. Banalmente, è inutile convocare un testimone per le 9 di mattina se l’udienza alla quale deve partecipar­e è in programma dopo altri due o tre processi».

Qualcosa del genere è già avvenuto «spontaneam­ente» nei giorni scorsi per le udienze Cucchi e De Vito, in cui il giudice ha deciso di non ammettere il pubblico in aula.

«Sono state scelte giuste che incoraggio ad adottare valutando su singoli casi. Dispiace chiedere questo sacrificio, ma la salute viene prima di ogni cosa».

Il suo decreto fa riferiment­o a «peculiari caratteris­tiche logistiche del Tribunale» dove migliaia di utenti affollano «locali a volte non congrui rispetto alle esigenze». A cosa si riferisce?

«Ci sono singole sezioni del civile dove la situazione è gravissima. Ad esempio la sezione immigrazio­ne o quella delle esecuzioni immobiliar­i dove il differimen­to delle udienze e il contingent­amento delle stesse deve essere ancora più rigido per neutralizz­are possibili contagi».

La partecipaz­ione da remoto è una possibilit­à?

«Sì, e i collegamen­ti video sono già largamente utilizzati non solo per gli imputati detenuti ma anche in alcune sezioni del civile. Vorremmo implementa­rli».

Arriviamo al problema delle risorse, da sempre tasto dolente. L’emergenza sanitaria rende più urgenti soluzioni in questo senso...

«Il personale amministra­tivo oggi conta 780 effettivi su 1.210 unità di pianta organica. Parliamo di difficoltà oggettive già rilanciate al ministero».

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Il presidente del Tribunale Francesco Monastero

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