Più medici e posti letto, Columbus in prima linea
L’ex clinica diventa «Covid hospital 2» e affianca lo Spallanzani
Il presidio Columbus cambierà veste e si trasformerà nel «Covid hospital 2»: al fianco cioè dello Spallanzani, sarà in prima linea nella lotta al coronavirus. A stabilirlo l’ordinanza firmata dal presidente della Regione Nicola Zingaretti sulle nuove «misure per la gestione dell’emergenza epidemiologica». «Saremo - ha spiegato il responsabile del progetto e preside della facoltà di Medicina dell’università Cattolica, Rocco Bellantone - al servizio della Regione e dell’Inmi con grande umiltà e senso di responsabilità».
I lavori per la riconversione sono partiti ieri e andranno avanti per le prossime tre settimane. Verranno realizzate 80 stanze singole per la degenza (oggi invece sono doppie), dedicate alle specialità di infettivologia, pneumologia e medicina interna. Altri 59 posti letto serviranno per accogliere i pazienti in terapia intensiva. Un’operazione che richiederà ovviamente un incremento di camici bianchi in corsia: per le degenze ordinarie ci saranno 20 medici, 65 infermieri e 22 operatori socio sanitari. Mentre per la Tin 48 anestesisti-rianimatori e 180 infermieri. Altro personale si occuperà dell’accoglienza e l’accettazione dei degenti. Che verranno presi in carico o dopo aver eseguito il triage nella tensostruttura montata al policlinico Gemelli o se trasferiti dallo Spallanzani.
A spiegare come mai la scelta della Regione sia ricaduta proprio sul Columbus è lo stesso Bellantone: «Aveva tutte le caratteristiche necessarie: un edificio a sé stante, con un parcheggio, una mensa e un ingresso separati e autonomi. Anche se si tratta di un’impresa titanica, visti anche i tempi ristretti, abbiamo ritenuto di dover dare il nostro contributo. Ne siamo fieri perché agiremo per il bene pubblico. E devo dire che tutto il personale ha reagito dimostrando entusiasmo e consenso. Questo vuol dire coraggio».
Perché sia pronto e interamente riconvertito più o meno alla fine del mese di marzo, bisognerà innanzitutto chiudere progressivamente i reparti e provvedere a dimettere o a ricollocare i 250 pazienti presenti nella struttura. Inoltre da subito, non si effettueranno più nuovi ricoveri.
Una macchina dalle proporzioni impressionanti quella che si sta mettendo in moto (con un costo complessivo stimato intorno ai 5 milioni di euro solo per l’allestimento) anche in termini di reclutamento di forza lavoro. «Non abbiamo tutte queste disponibilità - conferma Bellantone -, assumeremo i nostri specializzandi del quarto e del quinto anno, a tempo determinato e almeno per sei mesi. Saranno affiancati dai loro docenti e arriveranno di certo pronti».