In palestra a distanza di sicurezza
Misure anti-contagio negli impianti: dispenser con amuchina, prenotazioni obbligatorie, lezioni all’aperto. «La paura c’è, ma la gente viene perché ha voglia di normalità»
«La paura c’è, ma andiamo avanti rispettando tutte le precauzioni». Emanuele Tornabuoni è il proprietario del Due Ponti Sporting Club, uno dei circoli sportivi più grandi di Roma. Da quando il coronavirus è arrivato prepotentemente in Italia, anche le abitudini all’interno della sua cittadella dello sport - 5 ettari di estensione, 17 campi da tennis, 2 piscine coperte - sono cambiate. «Cerchiamo di rispettare tutte le raccomandazioni del governo per evitare al massimo il contagio», è la prima osservazione di Tornabuoni. Nonostante i dovuti accorgimenti, però, le attività proseguono: «La gente continua a venire, perché ha voglia di normalità. Abbiamo chiesto ai nostri iscritti collaborazione e tutti hanno accettato con serenità le nuove regole, ma d’altronde per andare avanti non poteva essere altrimenti».
Tornabuoni ha installato nel suo circolo 14 grandi erogatori di amuchina: «Invitiamo i clienti a lavarsi le mani frequentemente». Ha incrementato la pulizia di palestre e spogliatoi: «Tutte le notti igienizziamo ogni angolo e anche durante il giorno disinfettiamo continuamente gli
❞ Chiesta la collaborazione agli iscritti, tutti hanno accettato con serenità le nuove regole Emanuele Tornabuoni (Due Ponti)
spazi comuni». Ha limitato il numero di accessi alle lezioni collettive e ha attivato quelle all’aperto: «Meno persone tutte insieme ci permettono di far rispettare la distanza di sicurezza. E quando il tempo lo consente preferiamo utilizzare il parco. L’asciugamano è obbligatorio». Tornabuoni ha poi vietato il contatto fisico tra i più piccoli, i giovani allievi che partecipano alle lezioni di tennis: «Nessuno può abbracciarsi e stringersi la mano. E i bambini hanno capito».
Così le precauzioni adottate consentono di lasciare aperto il circolo e offrire un momento di svago: «La situazione è seria, lo sappiamo - commenta il proprietario del Due Ponti -, ma mai come adesso l’attività fisica può aiutare a distendere la mente. Non dimentichiamo che lo sport è anche disciplina e rispetto delle regole».
Regole che sta attuando pure la Corpea Fitness Club, una palestra in via Lanciani, zona Nomentana. «Abbiamo da subito informato con un sms i nostri iscritti della volontà di proseguire le attività nel rispetto di tutte le raccomandazioni - afferma il titolare, Enrico Piccone -. Hanno recepito il messaggio e si fidano di noi». Nella sala pesi infatti la gente c’è, i macchinari sono distanziati e tutti prima di entrare si puliscono le mani grazie ai dispenser di amuchina installati all’ingresso. «Certo, non si parla che del coronavirus - è la risposta di Valerio, un personal trainer -, ma la vita va avanti. Dobbiamo capire che serve la collaborazione di tutti». Anche alla Corpea le lezioni collettive sono a numero chiuso: «Prima erano aperte, adesso invece bisogna prenotarsi. Questo consente di monitorare il numero dei partecipanti e di far rispettare le distanze», è la spiegazione di Piccone. «Abbiamo incrementato la climatizzazione degli ambienti e l’uso della terrazza per alcuni corsi, come quelli di crossfit». Eppure c’è qualcuno che per paura preferisce non venire. «Alcuni si sono presi una pausa di riflessione. Era prevedibile, ma in tanti continuano a frequentare la palestra. Vogliono proseguire una vita normale».
Così come tanti continuano a giocare a padel o a calcetto al circolo Andrea Doria, zona Tor di Quinto. «Abbiamo sospeso i tornei sociali, ma le prenotazioni non mancano. Molti liceali, per esempio, approfittano adesso che la scuola è chiusa per venire qui il pomeriggio», dice Tarek Ricci, il proprietario. «Rispettiamo le regole, adottiamo le precauzioni, ma restiamo aperti».
❞ Le prenotazioni non mancano, molti liceali approfittano ora che la scuola è chiusa per venire qui il pomeriggio Tarek Ricci (Andrea Doria)