Bar e ristoranti, da oggi scattano i controlli
In piazze e locali le misure per limitare i contagi. Gli uffici comunali sono aperti
Da oggi scattano i controlli su bar e locali pubblici in generale, anche nei ristoranti, per il rispetto dell’ordinanza che prevede misure anti assembramento per contrastare il contagio da coronavirus. Sanzioni per chi non rispetta la disposizione.
Controlli più stringenti da parte dei vigili urbani nei locali rimasti aperti, ovvero i bar e i ristoranti, per far rispettare le norme anti assembramento, in modo così da arginare il contagio da coronavirus. E dipendenti capitolini «invitati a restare a casa» da stamani nel caso in cui abbiano «fatto ingresso nelle cosiddette zone rosse negli ultimi 14 giorni».
Alla stretta del Campidoglio per limitare la diffusione del virus si dovrebbe aggiungere a breve anche quella della Prefettura che, attraverso una circolare, potrebbe dare a carabinieri, poliziotti e finanzieri lo strumento per vigilare in città che i cittadini rispettino la distanza di sicurezza di un metro stabilita dai decreti del governo. Tutto pur di abbattere al massimo i rischi collegati all’eccessiva concentrazione di persone che, in questi giorni d’emergenza, può aiutare il virus a diffondersi.
Tra le misure ipotizzate, infatti, ci sono anche la chiusura anticipata dei locali (alle 18 come a Milano) e la stretta sulla vendita di alcolici, due provvedimenti utili a far sì che non si radunino folle come lo scorso weekend nelle piazze della movida. Nel mirino anche i mercati domenicali, come Porta Portese. Su questi aspetti la Regione ha chiesto ieri ai Comuni l’applicazione di ferree misure anti assembramento per fare in modo che i cittadini restino sempre ad un metro l’uno dall’altro. Ma, in questo senso, l’invito è sembrato essere indirizzato soprattutto al Campidoglio che ha competenza su un territorio dove le occasioni di contatto si moltiplicano. Il Comune, però, ha spiegato di «non avere poteri in merito». Col risultato di un rimpallo che potrebbe far scattare il commissariamento: la Regione, infatti, è pronta a fare ricorso ai poteri sostitutivi e, così, ordinare lei stessa i divieti per evitare la concentrazione delle persone nelle piazze.
Al momento si tratta di uno scenario che lascia quantomeno «interdetto» il Campidoglio: «Siamo pronti a fare la nostra parte, ma servono indicazioni dalla Regione che ha competenza sulla salute pubblica», spiegano i grillini capitolini che, per ora, confermano di essere concentrati soprattutto sul far rispettare le norme anti virus mantenendo l’erogazione dei servizi essenziali al cittadino. L’ultimo decreto, firmato dal premier Giuseppe Conte, non dà indicazioni ulteriori sugli accorgimenti da tenere con l’utenza, così i paletti rimangono i soliti anche se, vista la situazione, da applicare ancora con maggiore rigore. I servizi anagrafici restano attivi anche se il rispetto della distanza di sicurezza sarà adesso cruciale: dal Campidoglio infatti è partito un nuovo invito ad evitare code contingentando gli ingressi, magari lasciando che l’utenza attenda il proprio turno all’esterno delle strutture. Nel trasporto pubblico, poi, sono in vigore alcune misure di contenimento come il divieto di ingresso dalla porta anteriore. Il tutto mentre i dipendenti capitolini si organizzano per lavorare da casa: oggi si attendono le prime risposte sulla modalità di lavoro da remoto che, per legge, è su base volontaria. E in arrivo ci sono anche le prime grane: in molti sarebbero pronti a inviare al Comune il proprio diniego perché, lavorando anche su pratiche “riservate”, potrebbero rischiare di entrare in conflitto con la normativa sulla protezione dei dati personali che, dal pc di casa, non sarebbe garantita.
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