Un’app gratuita made in Usa per lezioni online
L’esperienza della Rome International School a Monte Mario
Iniziativa della Rome International School a Monte Mario per consentire agli alunni di non perdere nemmeno una lezione. Si tratta di un’app gratuita di remote learning, prodotta negli Usa: gli studenti si collegano da casa alle 8.30 ed è come se fossero in classe.
«Non andare a scuola? Per noi non è un trauma, siamo abituati a usare la tecnologia in classe». Nina Cantagallo ha 14 anni e frequenta il primo anno delle superiori della Rome International School, una scuola privata nel parco naturale di Monte Mario. Gli alunni provengono da 50 nazioni diverse, il percorso scolastico copre l’intero ciclo di studi inizia a due anni con i nursery e si conclude con l’high school a diciott’anni - e da tempo i docenti promuovono la didattica online attraverso l’utilizzo di alcune applicazioni di Google. Così quando, mercoledì scorso, il governo ha deciso di chiudere le scuole ed evitare agli studenti di frequentare le classi, il preside Anthony Allard ha riunito i professori e ha predisposto un piano di remote learning, apprendimento da remoto. In sostanza, le lezioni vanno avanti, ma da casa: «Grazie a Google Meet, una piattaforma online, i docenti mantengono il contatto diretto con i propri alunni mediante incontri interattivi audio visivi», spiega Allard. Alle 8.30 del mattino come sempre inizia la giornata scolastica. Ogni studente ha un pc e una webcam, può vedere gli altri compagni di classe e il professore. «La spiegazione del docente viene seguita e vista in tempo reale da tutti, così come gli interventi e i quesiti dei ragazzi», sottolinea il preside. «Non si fermano neanche le interrogazioni e le verifiche sull’apprendimento». Insomma tutto come una settimana fa, con l’unica differenza di non stare più nella stessa classe.
«È strano e anche comodo potersi svegliare dieci minuti prima della campanella virtuale», sorride Nina. «Ti lavi, ti vesti, non esci neanche dalla tua camera, accendi il pc e sei praticamente tra i banchi di scuola».
Un’opportunità, secondo Allard, per superare un momento così difficile per l’intera comunità scolastica: «L’insegnante grazie al contatto telematico con i ragazzi può incoraggiarli alla migliore attitudine possibile. È quello che cerchiamo di fare sempre, figuriamoci adesso». Con Google Classroom, un’altra applicazione, vengono poi favoriti i lavori individuali e di gruppo, compiti, letture e tutto quanto previsto dal piano formativo della scuola. I più piccoli, fino alla quarta elementare, usano invece il sistema Seesaw for schools, un portale che consente loro, sin dai primissimi anni di scuola, di familiarizzare con strumenti elettronici, come l’email, e favorire anche il rispetto dell’ambiente.
La lingua ufficiale della Rome International School è l’inglese, gli insegnanti sono tutti madrelingua. Ma una specifica attenzione viene riservata anche alla lingua e alla cultura italiana. «Vogliamo rendere le attività virtuali il più possibile vicine a ciò che i nostri alunni fanno abitualmente in classe», è l’intento dichiarato di Allard. Un obiettivo raggiunto, come conferma Nina. «Sappiamo di essere molto fortunati. Possiamo continuare i nostri studi, come se nulla fosse. Certo, non vedo l’ora di tornare in classe. Ma per adesso - conclude Nina Cantagallo - va bene così».