Campidoglio: 10mila impiegati, niente ufficio
Sedute del Consiglio in streaming. L’assessore De Santis: più adesioni al telelavoro
Sono 10 mila, sui 23 mila in organico, i dipendenti del Comune che si stanno astenendo dal lavoro per ridurre la presenza negli uffici. Da oggi l’attività degli sportelli comunali sarà limitata ai «servizi incomprimibili». Le sedute d’Aula saranno trasmesse in streaming.
A casa 10 mila dipendenti capitolini sui 23 mila in organico a causa dell’emergenza coronavirus. Il dato emerge da una prima ricognizione dell’assessorato al Personale del Campidoglio in attesa che le varie strutture, dipartimenti e Municipi, forniscano i report dettagliati sulla natura delle astensioni dal lavoro. E viene ricavato analizzando le risorse attualmente non presenti nelle strutture del Comune di Roma perché alle prese con il telelavoro o andati in ferie, oppure messi in congedo, come richiesto dal Campidoglio dopo i vari provvedimenti del governo e a seguito del diffondersi del virus.
Circa 6 mila tra insegnanti ed educatrici delle scuole dell’infanzia e dei nidi «sono esonerate dal servizio» già dallo scorso 5 marzo, a loro si sommano circa 4 mila dipendenti, ovvero «il 30% dei 12 mila amministrativi», come spiega il Personale. Diecimila, il totale. Regolarmente in servizio, invece, gli altri 7 mila a cui si sommano i 6 mila vigili urbani che da ieri sorvegliano in città che bar e ristoranti rispettino gli orari di apertura (dalle 6 alle 18) stabiliti dal decreto del governo e che i cittadini mantengano tra loro la distanza di sicurezza per arginare il propagarsi del contagio.
Con 10 mila dipendenti in meno nelle strutture, il Campidoglio riesce a garantire negli uffici un presidio minimo in grado di fornire i servizi pubblici essenziali anche se i cittadini sono invitati a restare a casa. Chi si presenta allo sportello dovrebbe produrre l’autocertificazione con cui testimonia la necessità del certificato o dell’estratto da richiedere. E non è escluso che le forze dell’ordine presidino gli sportelli proprio per fare un controllo sull’utenza, che in effetti va fisiologicamente diradandosi. Gli sportelli che si occupano di condono e di commercio sono per questo rimasti chiusi al pubblico e pure all’Anagrafe si procede a ranghi ridotti: da domani saranno erogati soltanto «i servizi incomprimibili» come denunce di nascita e morte, rilascio della carta di identità elettronica, richieste di pubblicazioni di matrimonio, atti notori, attestati di permesso di soggiorno. Del resto le disposizioni mirano a limitare i contatti tra dipendenti e gli spostamenti tra le strutture (tutti effettuati previa compilazione di autocertificazione, come per i normali cittadini) in modo da preservare il personale da possibili infezioni: chi resta nella postazione di lavoro, ma con meno colleghi intorno, ha più possibilità di rispettare la distanza di sicurezza anti-virus. E il numero delle astensioni, nei piani del Comune, è comunque destinato a salire: «Ho inviato una nota di raccomandazione a tutti i responsabili delle strutture di Roma Capitale affinché semplifichino in ogni modo l’accesso al lavoro agile per i dipendenti capitolini, a maggior ragione dopo il nuovo decreto varato dal Consiglio dei ministri», ha chiarito ieri l’assessore capitolino al Personale, Antonio De Santis, segnalando che il processo di adesione al telelavoro è ancora in corso e, quindi, il numero di dipendenti che lavorano da casa è destinato a crescere.
Il senso, comunque, è quello di rispettare il divieto di assembramenti imposto dalla pandemia. Ieri il presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito, e i capi dei gruppi consiliari hanno approvato in maniera unanime le linee guida: «Assemblee e commissioni consiliari saranno in streaming e prioritariamente incentrate su proposte relative alla emergenza Covid19 a Roma e su atti urgenti». Venerdì alle 15, la seduta d’aula, presente la sindaca, sarà dedicata all’emergenza coronavirus.