Corriere della Sera (Roma)

MOBILITÀ Atac, le richieste dei sindacati: dallo stop ai bus a orari ridotti

GLI AUTISTI Soluzioni fai-da-te per mantenere la distanza di sicurezza tra autista e passeggeri

- Maria Egizia Fiaschetti

Cresce la paura tra i lavoratori del trasporto pubblico nella Capitale dopo l’ultimo decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, che estende le restrizion­i stabilite per i Comuni della zona rossa a tutta l’Italia. Tra le misure adottate finora da Atac, il divieto di salire dalla porta anteriore dei bus e la raccomanda­zione di mantenere la distanza di sicurezza dalla cabina di guida. Se non fosse che, da lunedì, sui social circolano immagini degli strumenti faida-te utilizzati per delimitare lo spazio tra il conducente e i passeggeri: nastro da cantiere bianco e rosso, cartelli disegnati a mano con la scritta «stop» a caratteri maiuscoli, rete arancione (simile a quelle «da pollaio» per segnalare le buche in città). Soluzione analoga - in attesa di capire se si andrà verso il blocco dei mezzi pubblici richiesto ieri

Renzo Coppini Fast Mobilità

dal governator­e della Lombardia, Attilio Fontana - è stata adottata a bordo dei bus milanesi dell’Atm.

Se i sindacati meneghini auspicano la sospension­e del servizio (Franco Fusca, coordinato­re Fit Cisl: «Un provvedime­nto necessario, su un’azienda come la nostra lo smart working incide per il 4-5%», Angelo Piccirilli, della Filt Cgil, propone invece «una strategia omogenea per tutti i servizi di pubblica utilità») i colleghi romani sollecitan­o interventi altrettant­o drastici. Renzo Coppini, segretario regionale di Fast Mobilità, chiede di limitare la circolazio­ne dei mezzi di superficie ai giorni lavorativi, fino alle 20, per gli spostament­i dei pendolari. Tra le proposte anche il limite agli ingressi, non più di 25, e la rimodulazi­one del servizio per intensific­are le corse nelle tratte e nelle fasce orarie più frequentat­e, in modo tale da diluire l’affluenza ed evitare assembrame­nti. È il caso delle linee ferroviari­e Roma-Lido e Roma-Viterbo, che continuano a essere affollate a causa della scarsa frequenza (anche 20 minuti tra un treno e l’altro): per alleggerir­e il carico, si suggerisce di integrarle con bus a noleggio o recuperati dalle tratte periferich­e meno frequentat­e. Claudio De Francesco, segretario generale Faisa Sicel, è ancora più radicale: «Io sono per il fermo per 15 giorni, perché rischiare un altro focolaio? Se si ammala un autista, bisogna mettere in quarantena tutti gli altri: a quel punto chi guida i mezzi? Alla rimessa di Grottaross­a ci sono 1.200 dipendenti, altri 1.100 a Tor Sapienza. Sto dando indicazion­i per cui, se qualcuno dei nostri o un suo familiare si ammala, la responsabi­lità penale è dell’azienda. Altro che amuchina, questa non è una semplice influenza, bisogna bloccare tutto».

Nel frattempo, ieri l’assessore regionale alla Mobilità, Mauro Alessandri, ha inviato una circolare a tutti i sindaci del Lazio con le linee guida per contenere il diffonders­i del contagio da Covid-19. Oltre a ribadire la necessità di igienizzar­e i depositi e i mezzi prima dell’entrata in servizio, si suggerisce di «evitare che l’autista svolga anche mansioni di biglietter­ia e verifica a bordo, laddove non vi siano condizioni di assoluta sicurezza». Si invita, inoltre, a lasciare vuoti i sedili delle prime file a protezione del conducente e a rivisitare il piano di rete eliminando «corse non strettamen­te connesse al trasporto dei lavoratori (ad esempio per i mercati settimanal­i e i cimiteri), per potenziare invece quelle dove si registra il maggior numero di utenti che devono raggiunger­e il posto di lavoro».

❞ Limitare la circolazio­ne dei mezzi di superficie ai giorni lavorativi, fino alle 20, per gli spostament­i dei pendolari

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Un autobus dell’Atac davanti al Colosseo: finora il servizio pubblico non è stato ridotto, ma diversi sindacati chiedono limitazion­i
In strada Un autobus dell’Atac davanti al Colosseo: finora il servizio pubblico non è stato ridotto, ma diversi sindacati chiedono limitazion­i

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