Ostia, sequestrata la Pineta di Procoio
Taglio di alberi fuorilegge nei 70 ettari di macchia mediterranea degli Aldobrandini
Sono scattati i sigilli per la Pineta di Procoio, nel parco di Ostia, in seguito al taglio fuorilegge degli alberi. Il sequestro preventivo - disposto dal gip Alessandro Arturi su richiesta del sostituto procuratore Pierluigi Cipolla - riguarda i circa 70 ettari di macchia mediterranea degli Aldobrandini, che dall’autunno 2019 sono al centro di lavori per la messa in sicurezza del polmone verde. Un vero e proprio disboscamento per i cittadini che avevano presentato diversi esposti.
Scattano i sigilli per la Pineta di Procoio: taglio degli alberi fuorilegge per la procura nel parco di Ostia, area protetta del litorale. Il sequestro preventivo - disposto dal gip Alessandro Arturi su richiesta del sostituto procuratore Pierluigi Cipolla - riguarda i circa 70 ettari di macchia mediterranea, che dall’autunno del 2019 sono al centro di lavori per la messa in sicurezza del polmone verde. Un vero e proprio disboscamento per i cittadini che, allarmati, hanno presentato diversi esposti sullo scempio ambientale in atto: interventi in zona vincolata, che sono stati monitorati fin dall’inizio dai carabinieri forestali.
È stata corposa l’informativa inviata dai militari in procura a portare infine a sequestrare la pineta. «Tagli non conformi», abusi ambientali perpetrati durante le operazioni di abbattimento di centinaia di alberature, violazioni delle norme paesaggistiche in area di massima protezione, quella della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, ampia fetta di verde in cui ricade anche la Pineta di Castelfusano a Ostia come l’Oasi di Macchiagrande a Fiumicino.
L’arrivo delle ruspe e delle motoseghe aveva fatto scattare tutti gli allarmi: i primi cantieri aperti a ottobre però risultavano autorizzati per la prevenzione antincendio da tutti gli enti preposti (dall’Ente Riserva al Comune a Città Metropolitana), scarsa l’attenzione sui controlli. Tanto che anche nel X Municipio ben pochi scudi si erano levati contro i lavori commissionati da Camillo Aldobrandini, erede della nobile famiglia lidense e proprietario del bosco. Il principe ora figura tra i denunciati del fascicolo dei magistrati, insieme ai titolari delle ditte al lavoro nella pineta di Procoio: le criticità in sintesi non erano nei nulla osta, ma nell’esecuzione dei tagli in un’eco-sistema naturale delicatissimo. Abbattimenti e potature eccessive che, proprio per i vincoli dell’area, dovevano essere non solo monitorati centimetro dopo centimetro, ma rispettare una lunga serie di prescrizioni ambientali. Limiti utili per far sopravvivere il bosco quanto per tutelare anche le centinaia di specie animali che lo abitano. Le difformità scoperte dai forestali riguardano dunque il progetto presentato dai privati e poi l’attività delle ruspe sul campo. Dopo mesi di denunce, ora lo stop ai lavori della Vodice Legnami: i danni al parco però sono ormai una realtà. «La riserva è stata danneggiata in modo irreversibile - sostiene l’Associazione Doggy dog Park 2010, in prima linea con il Comitato salviamo la riserva di Procoio – ben vengano i sigilli. E nei prossimi giorni richiederemo l’accesso agli atti».
Il gip Alessandro Arturi ha disposto la misura preventiva