Scolaresca spagnola nel porto bloccata per un po’ di febbre
Civitavecchia, vacanza da incubo per un gruppo di studenti provenienti da Valencia
Un’odissea lunga 24 ore per qualche linea di febbre. Le vacanze romane erano ormai state già rovinate dall’allarme coronavirus per la scolaresca spagnola che, martedì notte, ha tentato di tornare nel proprio paese dal porto di Civitavecchia. Una gita attesa da mesi quella del gruppo originario di Valencia, composto da cinque docenti e 72 alunni di un istituto superiore, partito alla scoperta delle meraviglie di Roma, tra una visita al Colosseo, i Fori Imperiali e San Pietro.
Un viaggio di una settimana iniziato con l’arrivo a Fiumicino l’8 marzo scorso, che però si è trasformato in un incubo da film apocalittico, con la città sfigurata dall’emergenza, resa spettrale e vuota dai divieti imposti dal Governo. Tanto che le insegnanti, in accordo con i genitori, avevano deciso per un rientro anticipato, prima del volo di ritorno previsto per domani. A causa della pandemia globale però intanto la Spagna aveva stabilito il blocco dei voli da e per l’Italia. Alla comitiva non è rimasto altro da fare che cercare mezzi di trasporto alternativi: insieme all’agenzia di viaggi è stata quindi coordinata la prenotazione dei posti sulla nave della Grimaldi Lines, pronta a partire martedì notte alle 23.30 dal porto di Civitavecchia e diretta a Barcellona. E qui è scattato un caotico corto circuito. Durante i controlli sanitari per l’imbarco, gli operatori della compagnia croceristica hanno scoperto
L’Holiday Inn ha ospitato ieri i ragazzi spagnoli in attesa di sapere se sarebbero partiti (foto Antimiani/ Ansa) al termoscanner che 4 studenti avevano la febbre. L’allarme è scattato immediato, tra momenti di tensione sulla banchina ed eccesso di calca, tanto che alcuni operatori portuali hanno allertato il sindaco Ernesto Tedesco. «Sono intervenuto per affrontare un’emergenza che non rientra nella nostra giurisdizione, nè nella nostra competenza», ha sottolineato il primo cittadino leghista, che già da giorni chiede al Governo misure più ferree e divieti per i trasporti marittimi nel suo Comune, uno dei porti di maggior transito del Paese. Calmati gli animi, è stato avviato il protocollo di sicurezza al terminal partenze: i medici della Santità marittima dell’Usmaf e della Asl Roma 4 hanno controllato gli alunni, a cui è stato comunque negata la possibilità di imbarcarsi. La nave, con il resto dei passeggeri a bordo, invece è salpata verso la Spagna. La comitiva è stata quindi trasferita all’hotel Holiday Inn dell’Aurelio, dove è stata sottoposta a visite mediche dalla Asl Roma-1: già ieri mattina però i quattro ragazzi – risultati con «stato febbrile lieve» la notte precedente – non presentavano alcun alterazione o altri sintomi tipici del coronavirus. Non è stato necessario sottoporre i giovani ai tamponi di rito, anche per la loro permanenza limitata nella Capitale o per contatti con link epidemiologici a rischio. «Nessun contagio, né allarme, massimo impegno e collaborazione sul campo tra gli enti sanitari», si sottolinea dalla Asl, che ha quindi dato il via libera per l’imbarco.
Ieri sera alla scolaresca è stato permesso di salire sulla nave e fare ritorno in Spagna. Resta però alta l’allerta a Civitavecchia, dove non è mancata anche una coda polemica. «Mi auguro che il Governo intervenga al più presto in modo stringente su porti che vanno chiusi. Ma è chiaro che non può essere il sindaco a gestire problematiche inerenti il traffico passeggeri», ha sottolineato Tedesco attaccando l’Autorità portuale. A rispondergli lo stesso presidente Francesco Maria di Majo, che ha ribadito la presenza di dirigenti e funzionari sul posto e si è appellato all’unità, «per contenere le conseguenze di questo virus che sta mettendo a dura prova l’intero cluster portuale».
liceali è complessivo dei ragazzi in gita da Valencia