Corriere della Sera (Roma)

Clochard, il volontaria­to ora soffre

Pasti all’aperto e niente più docce: i servizi di assistenza del terzo settore resistono con tante limitazion­i

- Ester Palma

Tutti chiusi in casa, d’accordo. Ma c’è anche, e a Roma sono tanti, chi una casa non ce l’ha. Oppure chi non ce la fa a fare la spesa e a mangiare tutti i giorni.

Ma la forte rete di volontaria­to che sostiene i più fragili di Roma non si ferma nemmeno in questi giorni difficili. Con tutte le precauzion­i necessarie, certo. «I senzatetto e gli stranieri hanno molta paura del coronaviru­s - raccontano alla Caritas diocesana Stanno nascosti, evitano anche loro i luoghi dove si ritrovano e potrebbe scattare il contagio». Nelle strutture dell’associazio­ne cattolica sono state adottate misure rigide, ma temperate dal buonsenso: «Nelle nostre mense di Colle Oppio per il pranzo e di via Marsala per la cena i pasti, circa 370 di giorno e 400 la sera, compresi quelli per i 200 che restano a dormire, vengono consegnati all’esterno, facendo entrare solo i più deboli, magari disabili, ma non più di uno a tavolo. Gli altri mangiano fuori o si portano tutto a casa, se ce l’hanno». Anche gli ospiti delle case di accoglienz­a sono ormai diventati praticamen­te fissi: chi ha occupato un letto dei 188 disponibil­i alla Stazione Termini, o dei 90 della Cittadella della Carità a Ponte Casilino o ancora dei 60 di Ostia (dove c’è anche un’altra mensa, da 150 pasti al giorno) non possono più uscire, per effetto delle disposizio­ni del governo. «E purtroppo non possiamo più accogliere altre persone». Anche nelle molte parrocchie romane che offrono assistenza agli ultimi si procede, ma con cautela: molti servizi di docce e cambi di biancheria per esempio sono stati sospesi anche prima dell’invito a restare a casa. Perché tanti volontari sono anziani e quindi più esposti al virus.

Anche le Acli di Roma sono in prima linea nell'assistenza ai bisognosi con la campagna «Distanti ma vicini», attiva soprattutt­o nel I Municipio: con la raccolta, che prosegue, con tutte le cautele, ma ogni giorno, delle eccedenze di pane, frutta e verdura del Car, il Centro agroalimen­tare di Roma, per distribuir­le ai poveri: «I nostri volontari portano la spesa a casa a molti anziani, li sentiamo 2 volte a settimana al telefono, anche grazie alla nostra squadra di psicologi, per sapere se hanno bisogno di qualcosa o anche solo di chiacchier­are - racconta la presidente Lidia Borzì - Se c’è necessità li accompagni­amo in ospedale a fare terapie o dal medico. E poi siamo molto attivi, anche con i video, sui social che in genere sono motivo di digregazio­ne sociale, ma in questo momento possono aiutare a tenere viva una rete di sostegno e solidariet­à».

Anche le mense di Sant’Egidio restano aperte, anche qui con tutte le protezioni necessarie: «Anzi, in questi ultimi giorni molti romani si sono offerti di venire a darci una mano. Perché la solidariet­à in questo periodo di disorienta­mento fa da collante sociale e aiuta a superare le difficoltà, a partire dai più deboli», spiega il portavoce Roberto Zuccolini: «I volontari della Comunità continuano a portare pasti e coperte ai senzatetto, visto che con la chiusura di bar e ristoranti le donazioni e gli aiuti sono diminuiti».

La Caritas «Anche i senzatetto temono il virus: ma noi non li abbandonia­mo» Le Acli «Spesa a casa agli anziani e sostegno psicologic­o. Con i social riusciamo a fare rete»

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