Proteste in carcere, i reclusi parlano via Skype
Un reparto chiuso a Rieti, danni gravi ad altri due a Velletri. In ripristino la situazione a Rebibbia - dove gli incendi dolosi hanno coinvolto due piani di un edificio — mentre a Regina Coeli la protesta dei detenuti è stata breve e ha provocato poche conseguenze materiali, anche se l’attenzione rimane alta, come dappertutto. A due giorni dalla fine dei tafferugli anche nelle carceri del Lazio, come a Frosinone e Cassino, si traccia il bilancio di quanto accaduto, a partire dai tre reclusi deceduti proprio a Rieti per aver assunto metadone sottratto dall’infermeria nel corso degli incidenti. Una situazione che preoccupa ancora, visto che l’emergenza coronavirus è appena cominciata ed è stata proprio questa la causa scatenante della protesta - a tratti violenta - dei detenuti. L’intervento delle forze dell’ordine ma anche in certi casi la mediazione di direttori degli istituti insieme con l’intervento dei magistrati hanno consentito di far rientrare l’ondata di rabbia che rischiava anche nel Lazio di causare conseguenze gravissime come quelle di Modena o Foggia. Nei giorni scorsi a Rebibbia e a Regina
Coeli, grazie all’arrivo degli accessi internet con le connessioni wi-fi, come quella di Unidata, alcuni reclusi hanno potuto parlare via Skype con i parenti, anche per tranquillizzarsi a vicenda su quello che accade dentro il carcere e a casa. Adesso però ci sono da riparare i danni nelle carceri coinvolti negli scontri. Secondo Massimo Costantino, segretario generale aggiunto della Cisl Fns, «finite le proteste restano le macerie, e a farne le spese è il personale della polizia penitenziaria, i direttori e anche le altre figure che lavorano nel carcere. Adesso gli agenti devono assicurare il servizio in scarse condizioni di igiene e sicurezza, in ambienti contaminati dagli incendi ma anche con immaginabili rischi per la salute. Ecco perché - conclude il sindacalista - chiediamo interventi per tutelare il personale». Sempre secondo Costantino, sono «necessari interventi non solo a Rebibbia Nuovo Complesso, ma anche a Frosinone e a Velletri, per garantire le misure igieniche e di sicurezza sul luogo di lavoro, laddove si sono verificati i danneggiamenti”.