Milinkovic-Savic e i sogni svaniti
Sergej si consola con una stagione super e con la corte delle big
Sognava una primaveraestate ai massimi livelli, tra la corsa scudetto con la Lazio e la qualificazione agli Europei da raggiungere con la sua Serbia. Milinkovic-Savic deve accantonare i sogni ma si consola con una stagione super. E così le big tornano a corteggiarlo.
Sognava un’estate magica, Milinkovic-Savic, invece non sa come sarà. Sperava di arrivarci con lo scudetto sul petto, una possibilità che ancora non ha messo definitivamente da parte ma che appare lontana ora che il mondo – non solo del calcio – si è fermato. Voleva essere protagonista all’Europeo con la sua Serbia, conquistandosi la qualificazione alla fine di marzo, invece gli spareggi non ci saranno e probabilmente nemmeno il torneo continentale che slitterà di un anno.
E magari credeva di poter tornare a essere un ambitissimo uomo mercato, grazie al percorso straordinario compiuto assieme ai biancocelesti; chissà però quali margini di manovra, anche economici, avranno le società dopo tutto questo drammatico trambusto, chissà quante energie avranno per spendere e azzardare.
Ma Milinkovic-Savic ha imparato ad aspettare. Aveva fretta, due anni fa, e voleva prendersi tutto subito: il Mondiale in Russia, la gloria e poi magari il Real Madrid oppure il Manchester United o il Psg. È rimasto con le mani vuote, ha sofferto e sbandato, ha rischiato di deragliare poi ha capito: tornerò grande con la Lazio. Ci è riuscito, con pazienza. E in questa stagione ha mostrato definitivamente la sua nuova maturità, perché Inzaghi lo ha allontanato dalla porta e trasformato in qualcosa di meno appariscente ma fondamentale per la squadra, e lui si è calato alla perfezione nella nuova realtà e nel nuovo ruolo.
Pensava molto ad attaccare, Sergej, e segnava tantissimo. Ora deve preoccuparsi anche di coprire, di dare equilibrio, da quando Luis Alberto è arretrato sulla linea dei centrocampisti e davanti è stata aggiunta una punta vera, a volte Correa, a volte Caicedo. Poteva soffrirne: ma come, mi avete tolto dalla prima fila? E adesso come fanno ad accorgersi di me se segno meno, fatico di
più, rischio di commettere un maggior numero di errori anche a causa della fatica?
Non l’ha fatto, non ha protestato. Anzi, ha sposato il progetto. Totalmente. Tutti hanno apprezzato tantissimo. Inzaghi, ma anche Lotito che a suo tempo lo ha premiato con un contratto d’oro, almeno per le sue abitudini. Il ragazzo che ha vacillato quando è rimasto alla Lazio anziché volare via e guadagnare soldi a valanga, adesso si sente realizzato in questo mondo e in questo ruolo.
Forse questo MilinkovicSavic non sarà esposto in vetrina come un tempo, ma il suo contributo al cammino trionfale della Lazio è incredibile. Roba da intenditori, più che da appassionati umorali dipendenti solo dai gol. Non a caso all’estero hanno ricominciato a seguirlo con grande attenzione. Ora, però, tutto si è fermato. Ma Sergej ha imparato ad aspettare.