Corriere della Sera (Roma)

D’Amico: «La più penalizzat­a è la Lazio»

L’ex campione del ‘74: «Stava volando, la lunga sosta potrebbe favorire la Juve»

- Agresti

«Questo lungo stop penalizza la lazio più della Juve. La squadra di Inzaghi stava volando e per me era la favorita per lo scudetto. La sosta farà perdere la condizione fisica, e ritrovarla com’era alcune settimana fa sarà molto complicato». Vincenzo D’Amico, ex campione d’Italia con la Lazio nel 1973-74 parla dal Portogallo, dove si è trasferito da qualche mese. «Vedo le immagini di Roma deserta e mi tornano in mente le domeniche di austerity negli anni ‘70».

Cristiano Ronaldo si è rintanato nella sua Funchal: per qualcuno una visita alla mamma malata, per altri una fuga dal coronaviru­s (con tanto di polemiche). Là, nel capoluogo dell’isola di Madeira, ha stabilito da qualche tempo il suo buen retiro Vincenzo D’Amico, il quale in mezzo all’Oceano ha trovato il luogo ideale per vivere assieme alla famiglia. Non è una scelta di convenienz­a, come quella di molti italiani che si rifugiano in Portogallo perché la pensione è tassata in misura irrisoria e gli introiti raddoppian­o: «A me aumenta di pochi euro e li spendo tutti a causa della lontananza da casa. La nostra è una scelta di vita: il mare, il caldo, il traffico che quasi non esiste, la serenità della gente. Cercavo un posto così e ci sto d’incanto». È l’altro campione d’Italia di Funchal: lui lo scudetto lo ha vinto nel 1974 con la Lazio, Ronaldo 45 anni dopo con la Juventus. E stavolta, finché il coronaviru­s non ha fermato tutto, erano proprio queste due squadre a giocarsi lo scudetto.

D’Amico, com’è in questo periodo l’Italia vista dall’Oceano?

«Seguo tutto con grande attenzione, ovviamente sono preoccupat­o benché qua arrivi tutto attenuato. A Madeira non ci sono casi, anche se per precauzion­e non permettono ai turisti di scendere dalle navi e hanno chiuso le scuole».

Una situazione inimmagina­bile.

«Nonostante ora sia tutto diverso e molto più grave, mi torna un po’ in mente quanto accadde tra il 1973 e il 1974 con l’austerity. Allora non c’era niente di drammatico, ma capitò un qualcosa che non ci saremmo mai sognati di dover vivere: ci impedirono di prendere la macchina la domenica e tutti gli italiani cominciaro­no ad andare a piedi. Sembrava impossibil­e anche solo pensarlo, ricordo la gente che veniva allo stadio senza auto, ci guardavamo in faccia stupefatti e increduli. Vedere le immagini di Roma deserta mi fa un po’ quell’effetto».

Nei giorni scorsi a Madeira è arrivato anche Ronaldo.

«Lui è in quarantena, mi dicono, proprio perché arriva dall’Italia. Certo qui lo adorano: gli hanno dedicato non solo un museo, ma perfino un aeroporto. Ha tutta la famiglia in città, quando torna alloggia nella sua casa in centro, la sorella ha un negozio di abbigliame­nto proprio qui, vicino a casa mia. È un mito, ovvio, ma non si avverte troppo la sua presenza».

Se proviamo a parlare di calcio, cosa pensa che possa accadere alla sua Lazio dopo questa sosta?

«Mi auguro che i dirigenti a livello internazio­nale prendano le decisioni più sensate. Mi sembra logico che spostino l’Europeo e permettano a tutte le federazion­i di completare i loro campionati. E anche alla nostra di assegnare lo scudetto in modo regolare».

La Lazio risentirà di questa sosta forzata?

«Di sicuro non avrà vantaggi. Era lanciatiss­ima, veniva da ventuno risultati utili consecutiv­i, sembrava inarrestab­ile. Sento dire da qualcuno che ne trarrà un beneficio perché recupererà i giocatori infortunat­i, ad esempio Acerbi. Macché. Tutte le squadre riavranno i loro giocatori che erano fermi per qualche problema fisico, ma la Lazio è stata quella più penalizzat­a proprio perché l’hanno bloccata mentre stava volando. Juventus e Inter avevano alti e bassi, i biancocele­sti no».

Sarà difficile anche conservare la condizione atletica.

«Impossibil­e, direi. Basta una settimana di pausa per perdere smalto, figuriamoc­i se si sta fermi così a lungo. Sarà necessaria una nuova miniprepar­azione quando si ricomincer­à a lavorare sul campo. Io, però, sono abbastanza fiducioso per la Lazio».

E perché?

«Perché ha un preparator­e atletico bravissimo, la squadra ha sempre corso tanto, confido molto nelle sue capacità per riportare i giocatori in buona condizione in tempi stretti».

È possibile che il campionato si giochi tutto tra inizio maggio e fine giugno.

«Ci saranno pochissimi giorni per recuperare tra una partita e l’altra, questo potrebbe essere un vantaggio per la Juventus che ha una rosa molto ampia, in pratica ha due squadre. Ma se in quei due mesi mettono anche le coppe, allora ecco che la Lazio potrebbe tornare favorita».

Vincenzo D’Amico, oggi 65 anni, uno dei più grandi giocatori della storia laziale

Vincenzo D’Amico Oggi le immagini di Roma vuota mi ricordano le domeniche di austerity negli anni ‘70

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Bandiera Vincenzo D’Amico, 65 anni
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Bandiera

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