Corriere della Sera (Roma)

Prove generali per la settimana di Pasqua

- Di Luigi Accattoli

Prima domenica senza messa e seconda senza il Papa alla finestra: la giornata di ieri è stata una prova di come sarà la Pasqua quest’anno. Senza la procession­e delle Palme e senza la folla con le fiammelle per la Via Crucis del Colosseo. Senza l’infiorata olandese sul sagrato di San Pietro. Senza gli inni e le bande della benedizion­e Urbi et Orbi.

Pasqua viene il 12 aprile e già s’affacciano le previsioni sulla pandemia che collocano il picco per l’Italia proprio in quei giorni. Ieri per tutta Roma i preti e i praticanti della domenica si sono esercitati alle nuove modalità della messa in streaming e degli «avvisi» finali del parroco che non chiamava più alla chiesa ma indicava come seguire nella settimana – tramite Facebook, o Instagram – la tale catechesi, il rosario, la «Via Crucis» che il prete ora svolge da solo, accompagna­to dal sacrista che canta con lui.

Nei siti religiosi la chiamano «Chiesa 2.0», per dire che è il modo d’essere cristiani nel terzo millennio. Fino a ieri era la passione dei preti giovani, ora è una risorsa per ogni parrocchia. In queste domeniche i preti tornano a essere figure centrali nei rioni e nei quartieri, in quanto sono gli unici che parlano alla comunità. E centrale torna a essere il Papa nella città. Anche ieri Francesco ha benedetto e incoraggia­to tutti dalla Casa Santa Marta con la messa del mattino e dal Palazzo Apostolico con l’Angelus.

L’altra domenica c’erano ancora i maxi schermi in piazza San Pietro, ma ieri non sono stati attivati perché potrebbero radunare persone e tra tutte le piazze vuote di questi giorni quella di San Pietro è la più triste, perché nella altre almeno si vede un passante smarrito ma a San Pietro neanche quello. «La piazza è chiusa – ha detto Bergoglio – perciò il mio saluto si rivolge direttamen­te a voi che siete collegati attraverso i mezzi di comunicazi­one». Attraverso i media Francesco chiama ogni giorno a pregare per la varia umanità che è al fronte del Covid-19: per i malati, i medici, i governanti, le famiglie. Ieri è toccato a chi tiene viva la città: «I lavoratori delle farmacie, dei supermerca­ti, del trasporto, i poliziotti». La figura del vescovo che prega sulla città Francesco l’ha segnalata all’Angelus con un saluto improvvisa­to all’arcivescov­o di Milano Mario Delpini: «Mi viene in mente la fotografia della settimana scorsa: lui da solo sul tetto del Duomo a pregare la Madonna».

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