Prove generali per la settimana di Pasqua
Prima domenica senza messa e seconda senza il Papa alla finestra: la giornata di ieri è stata una prova di come sarà la Pasqua quest’anno. Senza la processione delle Palme e senza la folla con le fiammelle per la Via Crucis del Colosseo. Senza l’infiorata olandese sul sagrato di San Pietro. Senza gli inni e le bande della benedizione Urbi et Orbi.
Pasqua viene il 12 aprile e già s’affacciano le previsioni sulla pandemia che collocano il picco per l’Italia proprio in quei giorni. Ieri per tutta Roma i preti e i praticanti della domenica si sono esercitati alle nuove modalità della messa in streaming e degli «avvisi» finali del parroco che non chiamava più alla chiesa ma indicava come seguire nella settimana – tramite Facebook, o Instagram – la tale catechesi, il rosario, la «Via Crucis» che il prete ora svolge da solo, accompagnato dal sacrista che canta con lui.
Nei siti religiosi la chiamano «Chiesa 2.0», per dire che è il modo d’essere cristiani nel terzo millennio. Fino a ieri era la passione dei preti giovani, ora è una risorsa per ogni parrocchia. In queste domeniche i preti tornano a essere figure centrali nei rioni e nei quartieri, in quanto sono gli unici che parlano alla comunità. E centrale torna a essere il Papa nella città. Anche ieri Francesco ha benedetto e incoraggiato tutti dalla Casa Santa Marta con la messa del mattino e dal Palazzo Apostolico con l’Angelus.
L’altra domenica c’erano ancora i maxi schermi in piazza San Pietro, ma ieri non sono stati attivati perché potrebbero radunare persone e tra tutte le piazze vuote di questi giorni quella di San Pietro è la più triste, perché nella altre almeno si vede un passante smarrito ma a San Pietro neanche quello. «La piazza è chiusa – ha detto Bergoglio – perciò il mio saluto si rivolge direttamente a voi che siete collegati attraverso i mezzi di comunicazione». Attraverso i media Francesco chiama ogni giorno a pregare per la varia umanità che è al fronte del Covid-19: per i malati, i medici, i governanti, le famiglie. Ieri è toccato a chi tiene viva la città: «I lavoratori delle farmacie, dei supermercati, del trasporto, i poliziotti». La figura del vescovo che prega sulla città Francesco l’ha segnalata all’Angelus con un saluto improvvisato all’arcivescovo di Milano Mario Delpini: «Mi viene in mente la fotografia della settimana scorsa: lui da solo sul tetto del Duomo a pregare la Madonna».