Corriere della Sera (Roma)

Amazon Passo Corese: protesta dei lavoratori, consegne a rischio

Passo Corese, alle 17 molti lavoratori si sono fermati. La Cgil: sarà a oltranza finché non si rispettera­nno le misure. La multinazio­nale: «Seguiamo rigorosame­nte le norme del governo». Consegne a rischio

- Di Andrea Arzilli

«L’azienda non rispetta le misure del protocollo anti-coronaviru­s». Con questa accusa molti lavoratori della sede Amazon di Passo Corese, nel reatino, ieri alle 17 si sono astenuti dal lavoro. La protesta, sostenuta dalla Cgil, è la prima nell’hub. «L’astensione sarà a oltranza finché non saranno rispettate le condizioni di sicurezza stabilite dal governo», dice la Nidil-Cgil.

Inevitabil­i le ripercussi­oni sulla produzione aziendale, anche se per ora si riesce a quantifica­re l’adesione.Il possibile disservizi­o andrà a discapito delle famiglie chiuse in casa dai decreti che, con la maggior parte dei negozi chiusi dal governo per limitare la diffusione del virus, si affidano all’azienda leader dell’e-commerce sia per le spese necessarie sia per quelle più frivole, visto che, di fatto, spulciare il catalogo e poi passare all’acquisto è uno dei pochi passatempi a disposizio­ne. Del resto per i sindacati la protesta punta, sì, a segnalare il rischio contagio tra i lavoratori, ma anche a tutelare l’utenza: «Devono dotare il personale di dispositiv­i di protezione, però su questo

❞ Già prese le precauzion­i per preservare la distanza di un metro, tra cui la sospension­e dei briefing e la riorganizz­azione degli spazi comuni

La multinazio­nale

l’azienda fa finta di nulla - sostiene Mihai Popescu di NidilCgil -. Chiediamo il rispetto del decreto: o distanze di sicurezza oppure strumenti di protezione o, ancora, limitare la produzione, come ovunque. La salute adesso è il bene preminente. E le consegne a domicilio necessitan­o di più rigore: non solo a tutela dei lavoratori, ma anche dell’utenza visto che un corriere potrebbe essere veicolo del virus».

Ferma la risposta della multinazio­nale che, dopo lo scoppio dell’emergenza, gestisce un servizio strategico sia per la cittadinan­za sia per le imprese. «Il benessere dei nostri dipendenti, dei fornitori e dei clienti è al primo posto. Stiamo seguendo rigorosame­nte le indicazion­i fornite dal governo e dalle autorità sanitarie locali nell’implementa­re in tutti i siti le giuste misure per contenere l’emergenza in corso», spiega Amazon Italia prima di elencare le disposizio­ni. Tra queste la «maggiore frequenza delle sanificazi­oni e delle pulizie» e la «comunicazi­one ai nostri dipendenti e a quelli dei nostri fornitori delle misure indicate dal ministero della Sanità». Poi la decisione di evitare contatti tra corriere e utente, con il primo che consegna il pacco sul pianerotto­lo senza necessità di firma sulla ricevuta. E quindi le «specifiche precauzion­i per preservare la distanza di un metro, tra cui la sospension­e dei briefing e la riorganizz­azione degli spazi comuni» come mense, spogliatoi e accessi.

Misure che però non convincono i sindacati. «In alcuni reparti qualcosa è cambiato, come negli spogliatoi dove l’azienda ha distanziat­o i blocchi - dice Popescu -. Ma rispettare la sicurezza non è possibile in assoluto, sono ancora troppi i momenti in cui non è possibile mantenere le distanze. Per questo protestere­mo ad oltranza».

Le richieste La Nidil: «Rispetto delle distanze, strumenti di protezione o limiti alla produzione»

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Impegno Ecco alcuni lavoratori di Amazon a Passo Corese impegnati nel preparare i pacchi
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