Amazon Passo Corese: protesta dei lavoratori, consegne a rischio
Passo Corese, alle 17 molti lavoratori si sono fermati. La Cgil: sarà a oltranza finché non si rispetteranno le misure. La multinazionale: «Seguiamo rigorosamente le norme del governo». Consegne a rischio
«L’azienda non rispetta le misure del protocollo anti-coronavirus». Con questa accusa molti lavoratori della sede Amazon di Passo Corese, nel reatino, ieri alle 17 si sono astenuti dal lavoro. La protesta, sostenuta dalla Cgil, è la prima nell’hub. «L’astensione sarà a oltranza finché non saranno rispettate le condizioni di sicurezza stabilite dal governo», dice la Nidil-Cgil.
Inevitabili le ripercussioni sulla produzione aziendale, anche se per ora si riesce a quantificare l’adesione.Il possibile disservizio andrà a discapito delle famiglie chiuse in casa dai decreti che, con la maggior parte dei negozi chiusi dal governo per limitare la diffusione del virus, si affidano all’azienda leader dell’e-commerce sia per le spese necessarie sia per quelle più frivole, visto che, di fatto, spulciare il catalogo e poi passare all’acquisto è uno dei pochi passatempi a disposizione. Del resto per i sindacati la protesta punta, sì, a segnalare il rischio contagio tra i lavoratori, ma anche a tutelare l’utenza: «Devono dotare il personale di dispositivi di protezione, però su questo
❞ Già prese le precauzioni per preservare la distanza di un metro, tra cui la sospensione dei briefing e la riorganizzazione degli spazi comuni
La multinazionale
l’azienda fa finta di nulla - sostiene Mihai Popescu di NidilCgil -. Chiediamo il rispetto del decreto: o distanze di sicurezza oppure strumenti di protezione o, ancora, limitare la produzione, come ovunque. La salute adesso è il bene preminente. E le consegne a domicilio necessitano di più rigore: non solo a tutela dei lavoratori, ma anche dell’utenza visto che un corriere potrebbe essere veicolo del virus».
Ferma la risposta della multinazionale che, dopo lo scoppio dell’emergenza, gestisce un servizio strategico sia per la cittadinanza sia per le imprese. «Il benessere dei nostri dipendenti, dei fornitori e dei clienti è al primo posto. Stiamo seguendo rigorosamente le indicazioni fornite dal governo e dalle autorità sanitarie locali nell’implementare in tutti i siti le giuste misure per contenere l’emergenza in corso», spiega Amazon Italia prima di elencare le disposizioni. Tra queste la «maggiore frequenza delle sanificazioni e delle pulizie» e la «comunicazione ai nostri dipendenti e a quelli dei nostri fornitori delle misure indicate dal ministero della Sanità». Poi la decisione di evitare contatti tra corriere e utente, con il primo che consegna il pacco sul pianerottolo senza necessità di firma sulla ricevuta. E quindi le «specifiche precauzioni per preservare la distanza di un metro, tra cui la sospensione dei briefing e la riorganizzazione degli spazi comuni» come mense, spogliatoi e accessi.
Misure che però non convincono i sindacati. «In alcuni reparti qualcosa è cambiato, come negli spogliatoi dove l’azienda ha distanziato i blocchi - dice Popescu -. Ma rispettare la sicurezza non è possibile in assoluto, sono ancora troppi i momenti in cui non è possibile mantenere le distanze. Per questo protesteremo ad oltranza».
Le richieste La Nidil: «Rispetto delle distanze, strumenti di protezione o limiti alla produzione»