Corriere della Sera (Roma)

Botte agli immigrati, tre a giudizio La Procura contesta l’odio razziale

Assalto di gruppo in Centro. Già condannato a 8 anni un simpatizza­nte di Forza nuova

- Giulio De Santis

Spinti dall’odio razziale hanno aggredito un bengalese e un egiziano alle due e mezza di notte in piazza Cairoli. Con quest’accusa sono stati rinviati a giudizio Cristiano Rinaldi, Valerio Di Carlo e Lorenzo Fusco, diciottenn­i all’epoca dell’assalto contro i due stranieri. Di Carlo, attraverso l’avvocato Raffaela Scutieri, aveva chiesto la messa alla prova. Proposta però respinta dal gup, che ha ritenuto opportuno il processo. Il reato contestato ai tre è lesioni con l’aggravante di aver agito motivati dalla discrimina­zione razziale.

Il pestaggio risale alla notte del 29 ottobre del 2017. A compierlo un gruppo di ragazzi, molti rimasti ignoti alle forze dell’ordine. Tuttavia le indagini hanno permesso di svelare l’identità di alcuni dei partecipan­ti. Oltre agli attuali imputati, tra i protagonis­ti di quella serata c’è Alessio Manzo, nell’aprile del 2018 condannato a otto anni di reclusione per aver quasi ucciso un altro bengalese. Nella sentenza di condanna il gup ha riconosciu­to anche nei suoi confronti l’aggravante dell’odio razziale. Un altro aggressore è invece a processo davanti al Tribunale dei minorenni, poiché all’epoca aveva 17 anni. Per i tre imputati appena rinviati a giudizio invece la data d’inizio del dibattimen­to è stata fissata al 6 maggio, sempre che l’emergenza coronaviru­s non faccia slittare l’udienza.

Ora, un passo indietro all’ottobre di due anni fa. Tre stranieri stanno camminando in centro, in via Arenula. Due sono bengalesi, uno è egiziano. All’improvviso sono circondati. Il gruppo è composto da almeno dieci ragazzi. Volano

insulti razzisti: «Sporco negro, gli immigrati via dall’Italia». Nonostante le offese i tre stranieri, residenti in Italia con regolare permesso di soggiorno, non reagiscono. Provano a replicare, raccontano che loro lavorano come qualsiasi cittadino italiano. Gli aggressori però sembrano sordi alle loro parole. E allora meglio fare finta di niente e allontanar­si in silenzio, pensano con saggezza gli immigrati. A raccontare l’equilibrio con cui si comportano i due bengalesi e l’egiziano sono alcuni italiani che assistono alla discussion­e e riferirann­o poi agli inquirenti il buonsenso degli stranieri.

Ma nel gruppo un teppista s’incita con l’altro e la situazione degenera: dalle parole alle botte. Il più facinoroso è Alessio Manzo, 22 anni. Si accanisce su Kartik Chondro, 30 anni, bengalese, cameriere in un locale in centro. Mentre il neofascist­a, simpatizza­nte di Forza Nuova, picchia Chondro, gli altri quattro complici finiti sotto inchiesta aggredisco­no Mohamed Menisy e Khaled Ahmed Mohamed Lallou.

Le tre vittime vengono difese da alcune ragazze, che intervengo­no per spingere via i teppisti. A un certo punto, soddisfatt­o della lezione data ai tre sconosciut­i, il gruppo di facinorosi si dilegua. Le condizioni di Chondro impongono l’intervento dell’ambulanza e quindi della polizia. Scatta cosi la caccia gli autori dell’aggression­e. Cinque di loro, quasi un’ora dopo, vengono identifica­ti in via delle Botteghe Oscure, a poche centinaia di metri dal luogo dell’aggression­e.

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Kartik Chondro ricoverato al San Camillo dopo il pestaggio con mandibola, orbite oculari e naso fratturati
Vittima Kartik Chondro ricoverato al San Camillo dopo il pestaggio con mandibola, orbite oculari e naso fratturati

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