La Pisana: «Vediamo ancora tante auto in giro»
Ironia in Rete per l’invito del Comune ai romani di segnalare chi esce. Vigili, a marzo 250mila controlli
Radicali: «L’unico gruppo pericoloso è la giunta Raggi». Il M5S: «Pd e sanità...» Il vice di Zingaretti: «Troppe macchine ancora in strada, così non va»
«Troppe auto in circolazione a Roma. Non va bene». Alla denuncia, il vice presidente del Lazio, Daniele Leodori, fa seguire un nuovo appello a rispettare le misure del governo per arginare il contagio. Tantissimi romani sono in clausura domestica, ma anche i dati dei vigili urbani (cui vanno sommati quelli delle altre forze dell’ordine) raccontano di un traffico ancora troppo intenso: dall’8 marzo «più di 250 mila controlli e 460 multe» nei confronti di persone che non avevano titolo a circolare (tra gli ultimi il caso di un 35enne positivo al Covid 19 beccato a fare la spesa a Bracciano), per negozi ancora aperti o assembramenti vietati. E’ Raggi a fornire i numeri, mentre infuria la bufera sull’invito ai romani a segnalare al Comune - allegando nome, cognome e codice fiscale - i trasgressori: «Hai notato un assembramento? Ora puoi segnalarlo», è scritto sul Sistema unico di segnalazione linkato sui profili di Roma Capitale. «Serve a riunire le tante segnalazioni che ci arrivano su canali diversi», spiega Raggi. Ma la polemica scatta lo stesso: «No alla caccia all’untore», la nota dei dem capitolini, rilanciata da molti esponenti Pd, a cui risponde il capogruppo M5S, Giuliano Pacetti: «Il Pd si indigna, ma non dice nulla sullo smantellamento della sanità pubblica». Attacchi anche da centrodestra, Italia Viva e Radicali, secondo cui «l’assembramento pericoloso è la giunta Raggi». Ma le critiche, migliaia, arrivano soprattutto sui social: «Già che ci siete mettete pure una taglia», scrive Demian, e «noi romani non siamo così», dice Luca Ridolfi, mentre Ilaria Falconi resta «senza parole!» e Daniele Spanò invita a «ritirate immediatamente l’iniziativa». C’è anche chi, come Roberto Rossi, parla di «modello Stasi, come nella Ddr», mentre Roberto Ventre evoca il «16 ottobre 1943», giorno del rastrellamento nazista del Ghetto. Altri, come stefatien, usano l’ironia: «Vedo assembramenti di monnezza ovunque».