Corriere della Sera (Roma)

La Pisana: «Vediamo ancora tante auto in giro»

Ironia in Rete per l’invito del Comune ai romani di segnalare chi esce. Vigili, a marzo 250mila controlli

- Andrea Arzilli

Radicali: «L’unico gruppo pericoloso è la giunta Raggi». Il M5S: «Pd e sanità...» Il vice di Zingaretti: «Troppe macchine ancora in strada, così non va»

«Troppe auto in circolazio­ne a Roma. Non va bene». Alla denuncia, il vice presidente del Lazio, Daniele Leodori, fa seguire un nuovo appello a rispettare le misure del governo per arginare il contagio. Tantissimi romani sono in clausura domestica, ma anche i dati dei vigili urbani (cui vanno sommati quelli delle altre forze dell’ordine) raccontano di un traffico ancora troppo intenso: dall’8 marzo «più di 250 mila controlli e 460 multe» nei confronti di persone che non avevano titolo a circolare (tra gli ultimi il caso di un 35enne positivo al Covid 19 beccato a fare la spesa a Bracciano), per negozi ancora aperti o assembrame­nti vietati. E’ Raggi a fornire i numeri, mentre infuria la bufera sull’invito ai romani a segnalare al Comune - allegando nome, cognome e codice fiscale - i trasgresso­ri: «Hai notato un assembrame­nto? Ora puoi segnalarlo», è scritto sul Sistema unico di segnalazio­ne linkato sui profili di Roma Capitale. «Serve a riunire le tante segnalazio­ni che ci arrivano su canali diversi», spiega Raggi. Ma la polemica scatta lo stesso: «No alla caccia all’untore», la nota dei dem capitolini, rilanciata da molti esponenti Pd, a cui risponde il capogruppo M5S, Giuliano Pacetti: «Il Pd si indigna, ma non dice nulla sullo smantellam­ento della sanità pubblica». Attacchi anche da centrodest­ra, Italia Viva e Radicali, secondo cui «l’assembrame­nto pericoloso è la giunta Raggi». Ma le critiche, migliaia, arrivano soprattutt­o sui social: «Già che ci siete mettete pure una taglia», scrive Demian, e «noi romani non siamo così», dice Luca Ridolfi, mentre Ilaria Falconi resta «senza parole!» e Daniele Spanò invita a «ritirate immediatam­ente l’iniziativa». C’è anche chi, come Roberto Rossi, parla di «modello Stasi, come nella Ddr», mentre Roberto Ventre evoca il «16 ottobre 1943», giorno del rastrellam­ento nazista del Ghetto. Altri, come stefatien, usano l’ironia: «Vedo assembrame­nti di monnezza ovunque».

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Via Appia Così si presentava la strada ieri mattina, semi deserta

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