Corriere della Sera (Roma)

Garlaschel­li, oggi 70 anni: «Il regalo? Spero lo scudetto»

Oggi è il compleanno dell’ex spalla di Chinaglia, campione d’Italia nel ‘74: «Io e Giorgio, che coppia»

- di Marco Calabresi

Renzo Garlaschel­li poteva immaginars­i mille modi per festeggiar­e il suo 70° compleanno, tranne questo. Chiuso nella sua casa di Vidigulfo, paesino a pochi chilometri da Pavia e da dove si è iniziato a diffondere il coronaviru­s in Italia. «Di solito, organizzav­o una cena con i miei amici racconta Garlaschel­li, dieci stagioni e uno scudetto, nel 1973-74, con la maglia della Lazio, il primo e indimentic­abile nella storia del club biancocele­ste - Ma stavolta sarà tutto diverso, visto il momentacci­o che stiamo vivendo. Mi consolo, dei 70 compleanni me ne mancava uno così».

Com’è la situazione?

«Tutto bloccato da giorni. L’epidemia si è sviluppata a trenta chilometri da qui, poi si è diffusa velocement­e a Brescia e a Bergamo. Io, fortunatam­ente, sto bene».

Come trascorre le giornate?

«Leggo, guardo un po’ di television­e, faccio qualche telefonata agli stessi amici con cui sarei dovuto andare a cena stasera».

Neanche un ricordo della Lazio del ‘74?

«Non sono un amante di queste cose. Con i telefonini ormai arrivi dove vuoi: la storia si trova, ogni tanto capita di parlarne con gli amici o di guardare una foto in bianco e nero. Ma i veri ricordi sono nella testa, incancella­bili».

E sono ricordi meraviglio­si...

«Sono passati quasi cinquant’anni ma la gente ancora si ricorda di noi. Quando torno a Roma è sempre una festa, mi chiamano in tanti per parlare di quella impresa, e ogni volta che sento i vari Wilson, Oddi, D’Amico, sono risate. Il

rapporto con la città e con i compagni è rimasto intatto, nonostante la nostra squadra negli ultimi tempi sia stata mitragliat­a. Prima Chinaglia, poi più di recente Pulici, Polentes e Facco, un dolore enorme».

Chinaglia nell’anno dello scudetto vinse anche la classifica marcatori, ma in doppia cifra andò anche lei, con 10 gol.

«Giorgio era un ragazzo straordina­rio. Forse un po’ rompiscato­le in campo quando non gli veniva passato il pallone, ma sono felice di essere stato suo compagno di squadra. E poi qualcuno di quei 24 gol gliel’ho fatto fare io...».

Ma in tutti questi anni si è chiesto cosa avesse di speciale quel gruppo?

«Negli anni il calcio è cambiato

tanto, dentro e fuori dal campo. Forse, oltre che per i risultati, siamo entrati nel cuore dei laziali perché non c’era distanza tra noi e loro. Era una squadra aperta al rapporto con i tifosi, il campo di allenament­o a Tor di Quinto era un porto di mare: venivano in tanti e noi ovviamente ci fermavamo a parlare con loro».

Però non poteva essere soltanto una questione di feeling fuori dal campo...

«In effetti no, eravamo anche bravini (ride, ndr), singolarme­nte e come insieme di giocatori, ma non credo si possa fare un paragone con il calcio di oggi, forse più violento e a volte più noioso, nonostante i protagonis­ti siano più preparati. Così come non credo sia possibile accostare Inzaghi a Maestrelli. È cambiato tutto, tranne i colori della maglia, il bianco e il celeste».

Un punto di contatto forse c’è: né la sua Lazio né questa furono costruite per vincere.

«Forse sì. Due anni prima di vincere lo scudetto, nessuno di noi pensava che quella squadra nata per caso potesse arrivare a giocarsi il titolo. Neanche questa Lazio era stata fatta per competere per vincere il campionato, ma i campioni ci sono».

Se si riprenderà, come si riprenderà?

«La Lazio era lanciata e avrebbe lottato fino alla fine per vincere lo scudetto. Non sarà facile riprendere dopo una sosta così lunga, ma la Juventus e soprattutt­o l’Inter stanno avendo qualche difficoltà. Se si rigiocherà, spero in un grande finale di stagione di Correa, che da solo può saltare tutta la difesa avversaria».

Il regalo che vorrebbe ricevere per i 70 anni?

«Beh, la Lazio me lo stava facendo, giocando così bene e tornando a lottare per lo scudetto. Magari mi arriva con qualche mese di ritardo, chissà. Ma non è questo il momento di parlarne: adesso ci sono problemi più seri».

❞ Garlaschel­li/1 Inzaghi ha grandi giocatori, ma il paragone tra lui e Maestrelli non è proponibil­e

❞ Garlaschel­li/2

Non sono un nostalgico, tutti i ricordi migliori sono nella mia testa. Giorgio? Ragazzo d’oro

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Renzo Garlaschel­li ha segnato 64 gol con la Lazio, di cui 10 nel campionato scudetto
Ala-goleador Renzo Garlaschel­li ha segnato 64 gol con la Lazio, di cui 10 nel campionato scudetto

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