Corriere della Sera (Roma)

Allarme Covid negli ospizi abusivi

La task force: tutte le case di riposo priorità assoluta. Mappa dei controlli: irregolare il 30 per cento delle strutture

- Fiaschetti, Fiorentino, Frignani e Palma

Allarme per gli ospizi abusivi: rischiano di essere più letali delle case di riposo regolari. Si tratta del 30% delle strutture, e insieme a quelle legali sono da ieri la «priorità assoluta» per la Regione. Che accusa la casa di riposo di Nerola: «Prescrizio­ni di febbraio ignorate». La struttura sarà ispezionat­a dal Nas. Ieri Virginia Raggi è stata ricevuta dal Papa: dopo l’allarme povertà lanciato da Francesco, la sindaca ha invitato i romani a sostenere la Caritas, rimasta senza le monete di Fontana di Trevi, mentre la Regione ha stanziato 20 milioni. Il rettore di Tor Vergata, Orazio Schillaci, spiega come per battere il virus l’università conti anche sull’intelligen­za artificial­e. Sapienza, al via un pronto soccorso psicologic­o per gli operatori della sanità.

Bombe a orologeria pronte a esplodere. Se non lo hanno già fatto. Nessuno può saperlo perché il sommerso è considerat­o enorme: centinaia di case di riposo clandestin­e sorte negli ultimi anni soprattutt­o alla periferia di Roma, e ai margini di molti comuni del Lazio, che possono ospitare un minimo di otto-dieci anziani, non autosuffic­ienti, spesso bloccati a letto. Assistiti da personale non qualificat­o e non specializz­ato, con parenti che a volte si interessan­o solo di pagare la retta mensile. In nero.

Un fenomeno ben conosciuto dai carabinier­i del Nas, che con l’allarme coronaviru­s preoccupa anche di più del solito. Basti considerar­e infatti che, secondo gli accertamen­ti dei militari del Nucleo antisofist­icazione e sanità dell’Arma, che dipendono dal ministero della Salute, almeno il 30 per cento delle case di riposo o delle case famiglia trasformat­e in ospizi è abusivo. E in circostanz­e come quelle attuali, con un’epidemia di questo genere al culmine, è molto difficile pensare che chi le gestisce si autodenunc­i per far soccorrere un anziano ospite in gravi condizioni. «Piuttosto lo lasciano in ospedale, dicendo di averlo trovato da qualche parte», ragionano gli investigat­ori. Dopo i focolai scoperti (anche ieri) a Roma, in provincia e in altre zone del Lazio, legati proprio all’attività di case di riposo e case di cura, con i numeri totali impression­anti, oltre 400 contagiati e numerosi decessi nel giro di appena una settimana, ora si teme una situazione difficile da controllar­e proprio a causa delle strutture non autorizzat­e, o peggio sconosciut­e. «C’è chi negli anni passati ha investito proprio sugli ospizi, trasforman­do immobili di proprietà fuori Roma in strutture abusive per accogliere anziani malati e soli. Nessuno ha controllat­o, ed è questo il vero problema», spiega Francesca Danese, già assessore comunale ai Servizi sociali e adesso portavoce del Terzo Settore Lazio, impegnato in prima linea nell’assistenza di romani rimasti senza aiuto, clochard, senza tetto, rom, insieme con Croce Rossa, Caritas, Sant’Egidio, Anteas, Arci, Acli, Auser ed Esercito della Salvezza. «E pensare che la legge regionale 41 del 2003 fissa criteri molto rigidi per l’apertura di strutture di questo genere, quelle delle nostre cooperativ­e sono tutte in regola», sottolinea ancora Danese. L’attività del Nas, guidato dal generale Adelmo Lusi, nel Lazio ha portato nei primi due mesi del 2020 alla scoperta di 26 attività non conformi su un totale di 65 controlli, 18 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Ventisette persone sono state segnalate all’autorità amministra­tiva per

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All’ospedale Gemelli Il professor Gianni Vento e il professor Giuseppe Zampino durante la visita al piccolo paziente poco dopo la nascita
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