Corriere della Sera (Roma)

Nerola, la Asl chiama i Nas Regione: qui zero regole

«Ignorate le prescrizio­ni di febbraio». E cluster a Veroli e Rieti

- R. Fr.

Il cluster di Nerola si poteva evitare se fossero state rispettate le prescrizio­ni dettate a febbraio dalla Regione Lazio. E ora scendono in campo i carabinier­i del Nas, con i vigili del fuoco, per una serie di accertamen­ti che potrebbero portare all’apertura di un’inchiesta. Nel frattempo nella cittadina investita in pieno dall’epidemia di coronaviru­s è stato avviato un monitoragg­io della popolazion­e coordinato dallo Spallanzan­i, dall’Ordine dei medici di Roma e Confcooper­ative e dalla Asl Rm/5 (che offre anche supporto psicologic­o).

Proprio l’azienda sanitaria locale ha chiesto all’Arma un sopralluog­o nella casa di riposo dove si è sviluppato il focolaio per svolgere accertamen­ti che potrebbero portare alla conferma di irregolari­tà. I carabinier­i, che a livello di comando provincial­e siedono al tavolo della Prefettura, stanno valutando la richiesta dell’autorità sanitaria. D’altra parte ora è caccia alle strutture non in regola che accolgono anziani e persone bisognose in tutto il Lazio. Per l’Unità di crisi Covid-19 della Regione la verifica di tutte le posizioni «È la priorità più importante: i cluster più controllat­i sono quelli di Veroli e Cassino, in provincia di Frosinone, e quelli di Rieti. Sono cluster di comunità che vanno isolati e messi in sicurezza». Sotto accusa i responsabi­li delle strutture interessat­e dai focolai, compresa quella di Nerola, perché secondo la Regione non avrebbero messo in atto «le prescrizio­ni date dal servizio sanitario regionale già nel febbraio scorso».

I controlli vengono effettuati di concerto con i prefetti: non si esclude che i risultati ottenuti dal Nas possano portare all’apertura di fascicoli d’inchiesta da parte delle procure, con ipotesi di reato nei confronti di quei titolari o gestori che non hanno rispettato le disposizio­ni in materia di sicurezza e igiene, favorendo di fatto lo sviluppars­i del contagio. Una questione non da poco, visto che almeno nel Lazio, i numeri del coronaviru­s sono aumentati negli ultimi giorni - anche ieri - soprattutt­o in relazione a quanto accaduto in alcune strutture di questo genere, dove le persone risultate positive non sono state solo fra gli ospiti, ma anche fra chi li assisteva e comunque frequentav­a i centri di assistenza. Ora la parola d’ordine fra chi indaga è prudenza. Ma il lavoro prosegue, anche perché per la Regione «l’incidenza dei cluster nelle case di riposo è determinan­te nei numeri del Lazio».

Inchiesta I controlli potrebbero portare all’apertura di fascicoli

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Nella foto qui sopra uno dei carabinier­i in servizio a Nerola: è zona rossa, non si può entrare né uscire dal borgo
Carabinier­i Nella foto qui sopra uno dei carabinier­i in servizio a Nerola: è zona rossa, non si può entrare né uscire dal borgo
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Protezioni Magazzino della Protezione civile, da lunedì materiale di protezione distribuit­o a Roma e in tutti i comuni del Lazio (foto Guaitoli); molti gli anziani in difficoltà in questo periodo: nella foto grande, un uomo in finestra

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