Casi positivi, trend stabile Guariti-record
Risulta dai modelli statistici dell’Einaudi institute for economics
Sono 208 i casi positivi al coronavirus registrati ieri in tutta la Regione Lazio. C’è anche il cardinale Angelo De Donatis, vicario del Papa a Roma. Il trend è stabile da giorni. Record di guarigioni: 59 le persone negativizzate che hanno ufficialmente sconfitto il Covid-19. Tra loro anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
Nel Lazio si potrebbe raggiungere l’indice R0, l’azzeramento dei contagi da Covid19, il prossimo 16 aprile. La stima, ricavata da modelli statistici, è contenuta in un’analisi di Franco Peracchi, ordinario di Econometria a Tor Vergata e componente dell’Eief (Einaudi institute for economics and finance), che in questo momento si trova alla Georgetown university. La previsione, da prendere con cautela a causa della probabile fluttuazione giornaliera dei dati, si basa sui numeri della Protezione civile relativi al totale degli attualmente positivi, ai nuovi positivi, ai dimessi guariti, ai morti e al totale delle infezioni confermate.
Il primo a centrare l’obiettivo, zero nuovi contagi, dovrebbe essere il Trentino-Alto Adige il 6 aprile, seguito da Liguria, Umbria e Basilicata il 7. La Valle d’Aosta potrebbe tagliare il traguardo l’8, staccata di un soffio dalla Puglia (il 9), dal Friuli-Venezia Giulia (il 10) e dall’Abruzzo (l’11). Il Veneto potrebbe arrivare alla meta l’11, la Sicilia il 14, il Piemonte il 15. Per la Campania l’R0 potrebbe concretizzarsi il 20, per la Lombardia il 22, per l’Emilia-Romagna il 28. Tempi più lunghi per la Toscana, il 5 maggio, l’ultima a uscire dalla fase più acuta dell’epidemia. Per quanto riguarda il quadro nazionale, che tiene conto della casistica delle province e delle regioni, nello scenario migliore l’azzeramento dei contagi dovrebbe verificarsi appunto il 5 maggio, nello scenario peggiore (tarato sull’ipotesi di recrudescenze e nuovi picchi di infezione che tengono conto della finestra di incubazione di 14 giorni) il 16 maggio.
«Nel nostro gruppo di lavoro abbiamo iniziato a dibattere del problema elaborando modelli di simulazione per la propagazione della pandemia e le diverse ipotesi di blocco delle attività produttive - spiega Luigi Guiso, docente di Economia e Finanza all’Eief - . Ci siamo concentrati su come potrebbero evolvere i contagi con il graduale allentamento dei vincoli». Se la previsione della data di R0, pur suscettibile di oscillazioni, è importante per delineare un orizzonte, lo è ancora di più per pianificare le politiche economiche e l’azione del governo. Premesso che l’uscita sarà lenta, «guardare alla geografia e al rientro dei contagi nei singoli territori potrebbe essere utile per programmare la parziale riapertura di alcune attività». Le regioni che si liberano prima potrebbero fungere la laboratorio «per capire come si può tornare progressivamente alla normalità». Sul come, dove, quando, cosa l’ultima parola spetta agli epidemiologi: «È impensabile che si possa riaprire tutto immediatamente - sottolinea Guiso - perché si rischierebbe una rapida ripresa della trasmissione del virus. Il rallentamento ha funzionato grazie al distanziamento sociale, ma si potrebbe allentare un po’ il lockdown e riavviare alcuni settori. In Cina, nella provincia dell’Hubei, stanno riaprendo ma con comportamenti simili al periodo di quarantena». Quanto al raggiungimento del picco, secondo l’esperto dovremmo esserci, sebbene per dati più consolidati si dovrà aspettare la prossima settimana.
La stima si basa sui numeri della Protezione civile «Ci siamo concentrati sull’evoluzione dei contagi con la graduale riduzione dei vincoli»