Paola Minaccioni: la mia vita fra yoga, amore e fantasia
La prima sarà lei, Paola Minaccioni. L’attrice romana inaugura oggi alle 18, con il giornalista Giorgio Capozzo, gli incontri digitali «InstaHub – Officina Pasolini a casa tua». «Una bella iniziativa per riflettere insieme sullo strano tempo che stiamo vivendo a causa dell’emergenza e provare a cercare insieme strade per superarla. Quando sarà il momento».
Non si può avere sempre paura, la vita prenderà il sopravvento. Ero bambina ma ricordo bene, dopo gli anni di piombo, il senso di rinascita che Renato Nicolini regalò alla città con l’Estate romana
Lei come lo sta vivendo?
«All’insegna del nonostante tutto. Non è facile, ci sono persone che si trovano in situazioni drammatiche. Io sono tra i fortunati: sto bene, i miei cari stanno bene. Cerco di rendermi utile come posso, dando una mano a chi ha bisogno. In quanto a me, sto a casa, ci abito da un anno, sento che è diventata veramente mia dal 9 marzo».
Sul suo account Instagram la vediamo leggere poesie ma anche fare yoga.
«In passato ho praticato tanto ashtanga yoga, ma una pratica regolare non è compatibile con il mio lavoro di attrice, sempre in giro. Ora ho ripreso, è una disciplina meravigliosa, ti insegna a mandare aria dove hai le tensioni, a scavare nel profondo. Come andare dallo psicanalista. Mi sveglio piena di energia, faccio yoga, poi purtroppo le pulizie, da cui a volte mi faccio travolgere. Ho fatto la prima tinta casalinga della vita, mi sono ricordata che mia madre se la faceva sempre da sola. Mi godo anche la solitudine, vengo da una separazione e ne vivo i lati positivi, riscopro le cose che mi piacciono».
Riesce a lavorare?
«Sì. Oltre a leggere molto, scrivo. Mi dico sempre, ah se avessi tempo... Ora il tempo ce l’ho, cerco di metterlo a frutto. Ho in mente una nuova storia, dopo la bella esperienza del primo corto da regista, Offro io con Carolina Crescentini, Maurizio Lombardi, Paolo Calabresi. Sto scrivendo una web serie con Alberto Caviglia. E lavoro a un progetto tv tratto dallo spettacolo Dal vivo sono molto meglio. Dovevo andare in scena a New York il 29 aprile, peccato».
Siete stati costretti a interrompere la tournée di «Mine Vaganti» di Ferzan Özpetek.
«Con grande dispiacere, stava andando benissimo. Appena possibile la riprenderemo. Come sarei felice di riprendere presto la radio, Il ruggito del coniglio su Raidue con Marco Presta e Antonello Dose, bravissimi anche in questi giorni difficili».
Si immagina come sarà la vita dopo l’isolamento?
«Non riesco a fare previsioni. Ma penso si cercherà il contatto, è impossibile vivere senza condivisone, anche il teatro rinascerà. Non si può avere sempre paura, la vita prenderà il sopravvento. Ripenso a dopo gli anni di piombo, ero bambina, ma il senso di rinascita che Renato Nicolini regalò alla città con l’Estate romana lo ricordo bene. E posso dire una cosa di noi romani?»
Prego.
«Ci stiamo comportando bene, ci dimostriamo capaci di rispettare le regole. Sono anni che sento solo parlare male di Roma, facciamo fatica a ricordarne la forza e la bellezza. Mi auguro che dopo la crisi la si senta davvero come la capitale d’Italia. Sabato prossimo, alle 17.30 per amore di Roma, farò un pomeriggio di poesia su Instagram con amici come Edoardo Leo. Reciterò sonetti del Belli, uno che ci conosceva bene».
L’attrice apre gli incontri digitali di Officine Pasolini e si racconta fra la quarantena, il corto da regista, i nuovi progetti E il desiderio di tornare in teatro