Lampi di movida a Villa Ada: blindati i chioschi
Comitive di ragazzi non rispettano le norme anti-assembramento. Folla al mare
Acquistano birre fuori da Villa Ada e poi si radunano al laghetto delle tartarughe, sotto l’ingresso al parco di via Salaria, a suonare la chitarra. Non ci sarebbe niente di male, lo hanno sempre fatto, ma in piena Fase 2 non è più possibile. Solo che molti ragazzi non lo hanno ancora capito.
«Certo che ci possiamo andare, mica è vietato. Beviamo birra, pure in dieci», dice al telefono un giovanotto col berretto da baseball parlando con un’amica usando il vivavoce. Lei scettica gli chiede: «Ma chi te l’ha detto, la polizia?». «No, lo fanno tutti», è la risposta. Basta questo per avere un’idea di quello che accade nei parchi romani, soprattutto in prossimità dell’orario di chiusura. Anche ieri assembramenti, runner che sfiorano famigliole e coppie di anziani, colpi di tosse, file ai chioschi-bar. Spesso senza rispettare le distanze di sicurezza. E quindi liti e discussioni. I vigili urbani hanno aumentato i controlli e da ieri, ad esempio a Villa Ada (dove è stata ritrovata una bimba che si era smarrita), le pattuglie presidiano proprio i bar per evitare che si formino capannelli a rischio contagio. Le comitive con birre e chitarre hanno già fatto la loro comparsa giovedì e venerdì. Ieri sono state allontanate dagli agenti, coordinati sul posto dal comandante generale Antonio Di Maggio, che per oggi ha istituito posti di blocco su Aurelia, Pontina, Colombo per intercettare chi si reca al mare senza giustificato motivo, visto che le spiagge sono chiuse e si può passeggiare solo sul lungomare. Ieri 6.500 persone identificate, 20 multe: tutte in direzione litorale, in due erano già sulla spiaggia. Almeno fino al 18 maggio il mare è off limits per tutti coloro che non ci risiedono, compresi i proprietari di seconde case. Presidi della polizia municipale anche a Villa Pamphilj e nell’area verde a ridosso del PalaEur, dalle Tre Fontane al Laghetto, anch’essi affollati. E poi ancora Villa Borghese, il Parco della Caffarella e quello degli Acquedotti, peraltro in molti tratti senza recinzioni, quindi frequentati anche di notte. Controllarli tutti non è facile: polizia e carabinieri, insieme con la Finanza, hanno messo in campo anche pattuglie a cavallo e in bici. Più sulle sanzioni, si punta a invitare chi si sdraia sull’erba o si siede sulle panchine a continuare nella passeggiata. Non tutti indossano le mascherine, fra chi non lo fa soprattutto runner e giovanissimi. Come detto, i chioschi rimangono i punti deboli della riapertura dei parchi pubblici perché lì attorno si raduna la maggior parte delle persone. Ecco perché d’ora in poi, fino al cessato allarme, saranno controllati tutti i giorni. Così come Ostia, dove ieri a migliaia hanno intasato i sentieri della pineta di Castel Fusano, insieme con il lungomare. A piedi e in bici. Pochi quelli che si sono avventurati sulla sabbia, viste anche le sanzioni per chi non rispetta le misure anti-assembramento: 400 euro di multa, 280 in misura ridotta con pagamento entro 30 giorni. In tanti pensano che sia meglio aspettare piuttosto che violare le regole: sulla carta, manca una settimana per riaprire tutto.