Il gol di «Ramon», la madre di tutte le recriminazioni
Il 10 maggio fu un giorno importante per la Roma del 1942: pareggiò 2-2 a Torino con un Amadei scatenato (3 gol, di cui uno annullato, e una traversa), restò in testa insieme ai granata e 5 settimane dopo vinse il suo primo scudetto. A un chilometro di distanza dallo stadio di quel 2-2, il Filadelfia, in un altro 10 maggio, quello del 1981, in uno stadio che allora si chiamava Comunale, il secondo scudetto sfumò contro la Juventus per colpa della bandierina di Sancini, assistente dell’arbitro Bergamo, alzata per segnalare il presunto fuorigioco di Turone che aveva appena segnato il gol dell’1-0. Era la terzultima giornata, la Juve aveva un punto di vantaggio sulla Roma. «Calci, sputi, testate, spintoni, un repertorio di cattivo gusto, autentiche provocazioni il cui risultato è quello di mettere in crisi chi è costretto a dirigere», disse Beppe Viola di quello 0-0 nel suo servizio per la Domenica Sportiva. Juve in 10 al 63’: espulso Furino. Dopo 11 minuti: cross di Conti, testa di Pruzzo, gol ancora di testa di Turone, che rischiò di prendersi un calcio in faccia da Falcao. Annullato. Il Var non c’era: avrebbe evitato discussioni che vanno ancora avanti, quasi quarant’anni dopo un campionato che poi la Juve vinse con 2 punti di vantaggio. Turone segnò 2 gol (validi) in A con la Roma uno all’Inter e l’altro al Torino - e nel 1982 andò al Bologna: non riuscendo a vincere quello scudetto che i giallorossi conquistarono subito dopo la sua cessione. Nonostante 2 ko su 2 contro la Juve.