Corriere della Sera (Roma)

Genovese, niente patteggiam­ento

È l’orientamen­to della Procura. Sì del gip al giudizio immediato: processo l’8 luglio

- G. De Santis

No della procura al patteggiam­ento per Pietro Genovese, accusato di aver ucciso alla guida della macchina su corso Francia a dicembre scorso le due giovanissi­me Gaia e Camilla. L’inizio del processo è stato fissato per il prossimo 8 luglio.

Il processo contro Pietro Genovese, il 20enne responsabi­le del duplice omicidio stradale di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, avvenuto nella notte del 22 dicembre a corso Francia, inizierà l’8 luglio. Il gip ha accolto la richiesta di giudizio immediato avanzata dal pm Roberto Felici. Ora i difensori del giovane - gli avvocati Franco Coppi e Gianluca Tognozzi possono decidere quale strada scegliere tra richiesta di patteggiam­ento o di abbreviato. Salvo optare per il rito ordinario. La strada è stretta però. La Procura infatti è orientata a respingere l’eventuale proposta di patteggiar­e. Troppo bassa la pena prevista con questo rito: cinque anni come tetto massimo. E poi le parti civili – le famiglie delle due 16enni – resterebbe­ro escluse dal processo, come prevede il codice. Pertanto la scelta più probabile per il figlio del regista Paolo è il rito abbreviato, che gli consentire­bbe di ottenere lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. Se così fosse, all’udienza camerale parteciper­ebbero come parti civili pure gli avvocati Franco Moretti e Cesare Piraino, che assistono le famiglie delle ragazze. C’è infine la terza opzione: Pietro Genovese

potrebbe farsi processare con il rito ordinario. Un caso di scuola almeno in questa fase, perché con il processo classico il 20enne non potrebbe beneficiar­e di alcuno sconto di pena e consideran­do l’attuale quadro probatorio rischiereb­be una condanna vicina al limite massimo editale. Che è di 18 anni di reclusione.

Infatti Genovese - agli arresti domiciliar­i dallo scorso 26 dicembre - è accusato di duplice omicidio stradale per aver travolto Gaia e Camilla correndo a 90 chilometri orari, laddove il limite massimo è di 50. Inoltre al 20enne è contestata l’aggravante del tasso alcolico, essendo risultato positivo all’alcoltest con un valore di 1,4 percento, quasi tre volte il limite consentito. Non solo. Genovese, qualche istante prima della tragedia, avrebbe selezionat­o foto e video spedendoli con Whatsapp. Una distrazion­e fatale per la Procura che lo accusa di aver violato il divieto di usare il telefono in marcia. Infine l’imputato, dopo aver investito Gaia e Camilla, non si è fermato, ma ha proseguito la corsa fino alla rampa della Tangenzial­e. La sua auto si è bloccata, secondo il pm, solo perché il motore si è rotto dopo l’impatto. Motivo per cui è contestata la violazione dell’obbligo di fermarsi in caso d’incidente. Tuttavia la consulenza del pm, affidata all’ingegner Mario Scipione, ha accertato che le ragazze hanno attraversa­to con il semaforo rosso per i pedoni, a diciotto metri dalle strisce. Perciò si discuterà del grado di concorso di colpa. Minimo da parte delle vittime per la Procura.

L’ordinario Con il processo ordinario il 20enne rischia fino a 18 anni

L’abbreviato L’alternativ­a è il rito abbreviato, con la pena scontata di un terzo

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Pietro Genovese, 20 anni, è imputato per l’incidente del 22 dicembre a corso Francia in cui sono morte le 16enni Gaia Von Freymann e Ca-milla Romagnoli
Imputato Pietro Genovese, 20 anni, è imputato per l’incidente del 22 dicembre a corso Francia in cui sono morte le 16enni Gaia Von Freymann e Ca-milla Romagnoli

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