Porta Angelica: storie, aneddoti e demolizioni
Santa Maria delle Grazie ora è al Trionfale Dov’era è rimasta solo un’edicola votiva
Roma celebra tutti i suoi strati, anche quando ne perde qualcuno, come dimostra via di Porta Angelica. Quella Porta, aperta tra le mura Leonine, che apriva un accesso al Vaticano verso nord, non c’è più. L’aveva voluta nel 1563, dandogli il nome, Giovanni Angelo Medici, papa Pio IV, e venne abbattuta nel 1888 insieme a tutto il tratto di mura che raggiungeva Castel Sant’Angelo. Ebbe anche un ruolo spaventoso, dal 1703 al 1840: sulla sommità c’era una gabbia di ferro dove, dopo le condanne a morte, venivano esposte — come monito al popolo e ai pellegrini — le teste dei giustiziati.
Di Porta Angelica rimangono poche tracce sui bastioni vaticani che guardano piazza Risorgimento: l’iscrizione latina che la sovrastava, i due angeli che ne ornavano la facciata ora stanno ai lati dello stemma di Pio IV, mutilato però delle sei palle medicee. Proprio qui il 30 aprile 1849 il primo attacco alla Repubblica Romana da parte delle truppe francesi al comando del generale Oudinot, che si aspettavano una festosa accoglienza dai romani, venne respinto dai patrioti comandati da Giuseppe Garibaldi.
All’angolo tra le mura vaticane e l’attuale via di Porta Angelica, resta lo stemma pontificio di Pio XI, Achille Ratti, protagonista della firma dei Patti Lateranensi col regime fascista. Proprio al suo pontificato si devono gli sventramenti che riguardarono tutta la zona e non si limitarono alla sola distruzione della spina di Borgo per fare spazio a via della Conciliazione.
In via di Porta Angelica c’è, all’angolo con Borgo Angelico, un’edicola che accoglie la copia della Madonna delle Grazie «portata nell’anno 1587 da Gerusalemme a Roma dall’eremita Albenzio De Rossi». Quell’immagine è tutto quello che resta della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Porta Angelica, costruita alla fine del 1500, insieme ad ospizio per i poveri. Ma nel 1939 il Vaticano doveva sistemare quest’area e il regime lasciare la sua impronta. Così la chiesa venne rasa al suolo per fare spazio ai palazzi in puro stile razionalista, che tuttora accompagnano via di Porta Angelica fino a piazza della Città Leonina. Riservando gli isolati più vicini al colonnato ad appartamenti prestigiosi, non a caso abitati da cardinali. Anche Ratzinger prima di diventare Papa Benedetto XVI ha vissuto per 25 anni al civico 1 di piazza della Città Leonina. Allontanandosi verso piazza Risorgimento gli appartamenti si fanno più piccoli, per i dipendenti vaticani.
L’originale della Madonna delle Grazie si trova nella nuova chiesa Santa Maria delle Grazie al Trionfale, costruita nell’agosto del 1941 per sostituire quella demolita, tra via Vittor Pisani, via Angelo Emo e via Frà Albenzio (appunto). La fontana che stava sul fianco della chiesa in borgo Angelico è finita in piazza delle Vaschette, è alimentata dall’acquedotto Vergine ed è stata interrata di un metro rispetto al piano stradale. La prova che a Roma le fontane, appena ti distrai, si muovono.