«Open» e mostra: Galleria nazionale la prima a riaprire
Con l’installazione «Open» e una nuova mostra
primo visitatore, in attesa, era già lì alle nove del mattino, aspettando che il museo riaprisse: «In crisi di astinenza da chiusura», ha scherzato Cristiana Collu, direttrice di quella Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea che ieri — di lunedì, giorno di tradizionale chiusura dei musei — è stata tra i primissimi musei italiani a riaccogliere il suo pubblico (era già successo il 10 dicembre del 1944, dopo la Guerra, un primato che si rinnova...). E lo ha fatto non solo spalancando le sale, ma proponendo una nuova mostra a tema («Distanza ravvicinata», con trenta opere scelte dalle collezioni del museo) e con la gigantesca installazione dal titolo — quanto mai simbolico, evocativo, beneaugurante — «Open». Di Martí Guixé, è collocata ai piedi della grande scalinata, d’immediato impatto, quasi un ideale abbraccio: «Toglie ogni dubbio — spiega Collu —, dice e accoglie. Lo spazio pubblico è finalmente aperto e libero e sta a noi farne parte, sostarvi o attraversarlo, seguendo il percorso guidato che ci porterà dentro, finalmente, ancora in uno spazio aperto». Altra novità, il grande tappeto nella Sala delle Colonne, sempre di Guixé, un’opera che «nel pattern cita lo schema dei pavimenti delle cattedrali, i labirinti e gli scenari dei videogiochi arcade». La Galleria ha intanto attivato tutte le misure di precauzione utili per permettere ai visitatori di muoversi all’interno degli spazi museali in sicurezza: presidi sanitari all’ingresso (guanti e gel igienizzante, ma non i termo-scanner) a dispoIl sizione per il pubblico, obbligo di mascherina, dispositivi di distanziamento nella pavimentazione, flussi contingentati ecc. (tutte le info in dettaglio sul sito lagallerianazionale.com). Gli orari di apertura temporaneamente in vigore sono i seguenti: 9-19, con ultimo ingresso alle 18.15. Accessibili, su prenotazione, anche la Biblioteca, l’Archivio bioiconografico e i Fondi storici del museo.
Primato Era già successo il 10 dicembre 1944, dopo la Guerra, con undici sale e 200 opere