Smart working amore dei romani: l’81% dice «sì»
L’Agenzia per i servizi pubblici: il 95% dei cittadini chiede «una maggiore digitalizzazione»
La fase 1, che tutti speriamo per sempre alle spalle, ha lasciato ai romani qualche esperienza positiva, per esempio l’uso dello smart working.
Pochi giorni dopo l’inizio della «fase 2», si è chiuso il sondaggio online promosso dall’ACoS, Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale, in cui si chiedeva ai cittadini di esprimersi su alcune novità. Gli intervistati hanno manifestato una larga preferenza (81%) per il mantenimento dello smart working dopo l’emergenza, anche per l’impatto che ha sul traffico, analogamente, la stragrande maggioranza (95%) è favorevole a una maggiore digitalizzazione dei servizi.
In entrambi i casi, le scelte operate da Roma Capitale sembrano puntare nella stessa direzione desiderata dai residenti: consolidamento dello smart working come forma istituzionalizzata di organizzazione del lavoro e una forte spinta verso i servizi on line. La metà del campione dichiara di essere incondizionatamente d’accordo con la diversificazione di orari di apertura e chiusura di scuole e uffici, mentre un 37% sarebbe favorevole solo se l’adesione alle fasce orarie diversificate fosse su base volontaria per i lavoratori.
Per decongestionare il trasporto pubblico, gli intervistati sono in maggioranza d’accordo con l’ipotesi di ricorrere alla mobilità individuale (auto, moto, bici o a piedi), lasciando i mezzi pubblici a chi non ha alternative.
Il sondaggio, che rientra in un progetto più ampio di monitoraggio dei servizi e ascolto della cittadinanza, avviato sin dall’inizio dell’emergenza, è stato lanciato il 28 aprile, ed è quindi rappresentativo sia delle opinioni espresse durante l’ultima fase di lockdown, sia di quelle immediatamente seguenti le prime riaperture del 4 maggio.
In totale sono state registrate 1.801 interviste, compilate per la quasi totalità (91%) da residenti a Roma, il resto da pendolari e frequentatori occasionali. La distribuzione degli intervistati è piuttosto omogenea sul territorio con un’incidenza più elevata nei Municipi I, II e VII, a seguire V, III, IX e così via. Il genere più rappresentato è quello femminile (65%), la fascia d’età quella dai 45 ai 64 anni (nel 46% dei casi).