Casal Monastero, Sacchi incontrò i pusher
L’omicidio all’Appio, Luca non voleva prendere casa con lo spacciatore
«Non capisco perché vuoi andare a viverci, noi siamo super puliti. Tipo due mesi fa eri diversa, mo’ pari matta». A metà strada tra il coinvolgimento nello spaccio che Giovanni Princi portava avanti con Anastasiya e il tentativo di tirarsene fuori assieme alla stessa fidanzata ucraina, Luca Sacchi era pienamente consapevole degli affari illeciti che poi indirettamente gli costeranno la vita. È così che viene descritto dall’analisi completa sui telefoni condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo e depositata ieri a processo dal pm, Nadia Plastina.
Nei giorni precedenti al delitto, Luca insisteva con la fidanzata, che dopo la lite con la famiglia Sacchi aveva preso una casa in affitto con la fidanzata di Princi dove andare a vivere assieme allo stesso Luca e al pusher: «Penso alla nostra situazione... La nostra situazione generale di vita, sai cosa penso», scriveva Luca. E Anastasiya: «In che senso?». «Loro sono più randagi di noi, noi possiamo avere una vita molto più tranquilla per le carte che abbiamo, loro non hanno la nostra situazione», spiegava Luca riferendosi alla stabilità anche economica, sua personale e della famiglia che gli aveva dato in gestione il Bed and Breakfast avviato nella casa del nonno defunto.
Anastasiya prova a spiegare il suo progetto di trasferirsi con l’altra coppia, dicendo che a casa dei suoi sta stretta, non ha libertà di fare una vita propria «e per andare a vivere da sola dovrei prostituirmi».
«Il problema — ribatte Sacchi — è che non è una mossa magnifica “Andare lì con entrambi”, “Più con lui”». I toni si scaldano e la ragazza chiede: «Si, ok. Allora che proponi tu come direzione di vita per noi/te ora?». E qui emerge forse la debolezza di Luca: «Io però ho detto che possiamo lavorare con loro amore».
E infatti, cinque giorni prima del delitto il telefono di Luca e quello di Anastasiya agganciano le celle di Casal Monastero nella stessa zona dove compaiono anche i telefoni di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, i due pusher che vivono lì e che poi faranno fuoco contro il personal trainer per rubare lo zaino con i soldi di Anastasiya. A questo incontro i due fidanzati vanno senza Princi. Con lui Sacchi ha un breve scambio prima di consultare il percorso per raggiungere Casal Monastero dall’Appio Latino: «Oh, per Furi (camillo, ndr) so’ salite verso la metro tipo due volanti incazzate sderapando», scrive
Ancora Sacchi chatta con Princi la sera del delitto, via whatsapp: «Per ora ci vediamo lì alle 21», scrive Princi. «Okok», risponde Luca.
Scrisse ad Anastasiya «Loro sono più randagi noi possiamo avere una vita più tranquilla, abbiamo carte buone»