Corriere della Sera (Roma)

Dj Baro, dream team alla consolle (per 16)

«Red zone», l’iniziativa in streaming del musicista

- Maria Egizia Fiaschetti

Espugnare l’Alcatraz dell’isolamento ricreando una comunità intorno alla musica, oltre le limitazion­i alla libertà personale e ai contatti sociali. L’intuizione è nata di getto nella mente del romano dj Baro (Colle der Fomento) durante le settimane rallentate e introspett­ive del lockdown: «Dovendo passare molto tempo in casa, ho capito che non mi bastava starmene da solo in studio, così ho pensato subito a un back to back, a come fare rete in modo intelligen­te».

Risultato: il mixtape «Red Zone» nel quale ha coinvolto 16 tra colleghi e artisti rappresent­ativi della scena italiana (oltre all’ideatore, dj Ceffo, dj Damianito, Danno, dj Delta, dj Dops, dj Double S, dj 2P, dj Ice One, dj Lil Cut, dj Madkid, dj MS, dj Shocca, dj Trix, dj Tsura, dj WHTRHS). Il palleggio sonoro dall’anima hip hop, che ha riunito un ideale dream team della consolle, è stato lanciato in esclusiva domenica

❞ Ho invitato tutti i miei amici sperando che non si fossero assopiti e ho ottenuto la risposta che immaginavo: l’individual­ismo e la psicosi non portano lontano

su TRX Radio, canale in streaming di musica rap creato da Paola Zukar, ex redattrice della storica rivista Aelle e manager, tra gli altri, di Fabri Fibra, Marracash e Clementino (il collage di brani si potrà ascoltare gratis anche sui canali social di ognuno dei partecipan­ti).

«Il mixtape è una scusa, chi ha più energia deve metterla a disposizio­ne degli altri — sottolinea dj Baro —. Ho invitato tutti i miei amici sperando che non si fossero assopiti e ho ottenuto la risposta che immaginavo: l’indivisual­ismo e la psicosi non portano lontano. Questa esperienza ci ha insegnato a proteggere noi stessi per proteggere gli altri non soltanto con una mascherina, ma modificand­o le nostre attitudini. Non aspetto che tutti si sveglino, intanto mi sveglio io».

Una spinta a ripartire in un momento in cui chi è abituato al rapporto dal vivo con il pubblico si sente privato della dimensione che gli è più congeniale. A Torino, tra le città più colpite dalla pandemia, Double S, dj ufficiale di Fabri Fibra, ha approfitta­to della quarantena «per ascoltare tanta musica e dedicarmi alla mia collezione di vinili».

Poco incline alle dirette social («Non ero nel mood»), ha invece accettato con entusiasmo la proposta di partecipar­e a una selezione corale: «Per i fan è importante vedere che i dj collaborin­o oltre la guerra dei clic... e dato che sono tra i più prolifici nella produzione di podcast e mixtape ho detto subito di sì». Figlio d’arte (il padre, assistente al dj, sceglieva i dischi da passare in radio o alle feste), dj Damianito, campione mondiale al Redbull 3Style nel 2016, ammette: «All’improvviso mi sono ritrovato chiuso dentro quattro mura, come fossero una cella. Mi ha aiutato l’indole positiva, sono uno che tende sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno. Prima o poi doveva arrivare l’occasione di fermarmi a riflettere e concentrar­mi sulla vena creativa. Questa pausa mi è servita a ricaricare le batterie e a mettere ordine». Nel mosaico collettivo, la cui filosofia è stata: «Accendiamo i giradischi e ognuno mette un pezzo a testa», si è inserito con una traccia di tre minuti: «L’ispirazion­e è venuta dall’attualità. Ho raccolto dei campioni e delle citazioni, tra cui un estratto dal tg con il discorso di Trump sulla situazione negli Usa e nel mondo: la fotografia di quello che stavamo vivendo».

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L’ideatore Dj Baro ha pensato a un back to back a distanza coinvolgen­do i dj più rappresent­ativi della scena italiana

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