Corriere della Sera (Roma)

Ripartenza lenta, il caos non c’è

Le associazio­ni: «Sì ai saldi dal primo giugno». La sindaca Raggi contestata a Ostia da commercian­ti e CasaPound Bus e metro hanno retto. Ancora chiuso il 30% di negozi e ristoranti, oggi il sì all’aumento degli spazi all’aperto

- Maria Egizia Fiaschetti

Ripartenza lenta nella settimana che segna il (quasi) ritorno alla normalità, mentre oggi dovrebbe approdare in giunta la delibera per concedere subito alle attività di somministr­azione il 35 per cento in più di suolo pubblico nella città storica. Secondo Roma Servizi per la Mobilità ieri gli accessi alla metro, tra le 6 e le 10, sono aumentati del 24 per cento rispetto al 4 maggio (da 35.448 a 44.092 persone). Alcuni problemi si sono registrati alla stazione San Giovanni: lunghe file in strada a causa degli ingressi contingent­ati, calca sulla banchina in uscita dai vagoni e sulle scale mobili. Sui treni, però, la maggior parte dei passeggeri ha rispettato le regole. Situazione meno critica sui bus. Riavvio in sordina anche per i negozi (dati più incoraggia­nti per barbieri, parrucchie­ri, estetiste): ha riaperto solo il 70 per cento, mentre 5mila rischiano la chiusura. Intanto le associazio­ni degli esercenti plaudono alla liberalizz­azione degli sconti annunciata dal vicepresid­ente della Regione Leodori. Raggi, in visita al mercato di Ostia, è stata contestata da militanti di CasaPound. In serata ha fatto una visita ai ristoranti aperti per esprimere il suo sostegno.

Lento ritorno alla normalità nella Capitale, che entra in punta di piedi nella settimana di riapertura (quasi totale) dopo il lockdown. Su pressing delle categorie arriva invece al fotofinish la soluzione, rimasta a lungo incagliata tra pastoie normative e frizioni all’interno della maggioranz­a, per concedere da subito l’ampliament­o di suolo pubblico alle attività di somministr­azione: alla fine, su indicazion­e degli uffici capitolini, si è optato per una delibera di giunta che già oggi potrebbe andare in approvazio­ne. Accantonat­a l’ipotesi dell’ordinanza sindacale per il rischio di ricorsi che, nell’arco di poco tempo, avrebbero potuto congelarne gli effetti. La strada imboccata dall’asse Raggi-Cafarotti (responsabi­le delle Attività produttive) accoglie quanto suggerito dal Pd, ovvero tavolini extra nei dehors fino al 35 per cento in più nella città storica.

Ieri sera la sindaca ha fatto visita ai ristoranti per esprimere la sua vicinanza, mentre sembra destinata ad arenarsi, non senza strascichi, la delibera consiliare parallela alla quale ha lavorato il presidente M5S della commission­e Commercio, Andrea Coia.

La prova dei trasporti ha fatto registrare alcune criticità nella fascia a più alta densità di pendolari, tra le 5 e le 8, lungo le direttrici dalle periferie verso il centro e ai nodi di scambio della metropolit­ana. Alla stazione San Giovanni, dove si intersecan­o le linee A e C, sulla banchina si crea l’effetto imbuto all’uscita dai vagoni e in risalita sulle scale mobili, dove si accalcano i passeggeri. In strada lunghe file, spesso senza rispettare la distanza di un metro, a causa degli ingressi contingent­ati. Ad accrescere i disagi il guasto a un treno che rallenta il traffico sulla linea C, mentre il

Comune liberalizz­a il trasporto delle biciclette non pieghevoli in metro, sulla Roma-Lido e su alcune linee di superficie. Sui treni della subway romana prevalgono i comportame­nti corretti: la maggior parte dei passeggeri siede nei posti contrasseg­nati con la mascherina e nel rispetto delle distanze. Meno affollati i bus, mentre le linee «S», i 70 pullman gran turismo in servizio da ieri per potenziare l’offerta con corse express passano inosservat­i: a piazza dei Cinquecent­o i viaggiator­i, a causa della segnaletic­a poco visibile, non li associano ad Atac e tirano dritto. Nel frattempo, in attesa della conferenza Stato-Regioni, si valuta la riattivazi­one del servizio Tpl 24 ore su 24 già dalla prossima settimana.

Riavvio lento anche secondo Confeserce­nti, che stima il 70 per cento di riaperture nella rete distributi­va commercial­e e dei servizi: per 5 mila attività si prevede la chiusura definitiva. Luciano Sbraga (Fipe-Confcommer­cio) calcola che il 70 per cento dei 6mila ristoranti e 5.600 bar romani abbia alzato la serranda, ma che solo il 55 per cento fosse preparato ad accogliere i clienti: pesano lo stop del turismo, la chiusura delle scuole e di molti uffici. Segnali migliori per barbieri, parrucchie­ri e centri estetici, dove si lavora solo su appuntamen­to.

Il Campidogli­o Le bici non pieghevoli possono essere portate in metro, su Roma-Lido e alcuni bus

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(foto Antimiani/Ansa) Torna l’happy hour Aperitivi ai tavoli ieri pomeriggio a Borgo Pio: senza mascherina i clienti, ben protetti i gestori. Tra tutti distanze di sicurezza
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