Tavolini all’aperto, le regole
Ristoranti e bar, ecco la procedura da seguire. Annuncio di Raggi ma l’approvazione slitta
Archiviata l’ipotesi dell’ordinanza, il Campidoglio ha deciso di optare per una delibera di giunta per l’ampliamento fino al 35 per cento dello spazio esterno per le attività di somministrazione. Si potrà occupare il suolo pubblico con una procedura d’urgenza, da comunicare al Municipio e ai vigili: domanda di sanatoria da presentare entro sette giorni, concessione entro un mese, deroga valida fino al 31 dicembre. Dipartimento Commercio, Comando della polizia locale, Soprintendenza e Sovrintendenza indicheranno i criteri tecnici minimi essenziali per l’istruttoria. Strappo nella maggioranza, dopo che l’esecutivo M5S ha bypassato la delibera consiliare del grillino Andrea Coia, presidente della commissione Commercio. Gli esercenti: «Provvedimento almeno fino all’estate del 20121».
Archiviata l’ipotesi dell’ordinanza, nonostante le parole della sindaca in tv: «Sto per approvare un atto...», ieri in giunta si è optato per la delibera come strumento più idoneo ad autorizzare l’ampliamento della concessione di suolo pubblico. Per l’approvazione (forse già oggi) l’esecutivo M5S attende la pubblicazione dell’ultimo Dpcm sulla gazzetta ufficiale. La bozza Cafarotti (Carlo, assessore al Commercio) che ha lavorato di sponda con il Pd capitolino, prevede che i titolari di attività di somministrazione possano effettuare «in via eccezionale e con procedura d’urgenza l’ampliamento dell’occupazione di suolo pubblico già autorizzata fino a un massimo del 35 per cento previa comunicazione al Municipio e al gruppo di polizia locale». La notifica dovrà essere corredata da un progetto e «da una relazione asseverata da un tecnico abilitato, che attesti il rispetto dei criteri tecnici minimi essenziali». Gli esercenti dovranno presentare la «domanda di concessione in sanatoria entro il settimo giorno lavorativo seguente all’inizio dell’occupazione». La concessione verrà rilasciata entro 30 giorni e avrà una durata temporanea fino al 31 dicembre, «senza possibilità di rinnovo». In mancanza di spazi adeguati sia per aumentare il numero dei tavoli all’aperto, sia per un nuovo allestimento, sarà possibile posizionarli nelle vicinanze con una distanza massima di 25 metri dal fronte dell’attività. Su un aspetto, in particolare, la bozza diverge dalla delibera consiliare parallela alla quale ha lavorato il presidente della commissione Commercio, Andrea Coia, che spinge per una deroga più lunga (12-18 mesi): la linea Cafarotti ribadisce che a individuare «i criteri tecnici minimi essenziali per l’istruttoria» saranno il dipartimento allo Sviluppo economico, il Comando della polizia locale, la Soprintendenza di Stato e la Sovrintendenza capitolina. «Sono stupito dalle logiche e dalle dinamiche è la reazione di Coia - . Mi dispiace che non vi sia stato un confronto sereno: riguardo alle pedane si continua a ignorare il decreto “Morosini” del presidente della Repubblica, ma la Soprintendenza non può dire: “Comando io”». In attesa dell’approvazione in giunta, venerdì la delibera (a meno che non si trovi una soluzione per renderla immediatamente eseguibile) verrà discussa in capigruppo, dove potrebbe cristallizzarsi la frattura interna ai Cinque stelle. La fronda lealista potrebbe schierarsi con Cafarotti per un iter più veloce, senza sottoporre l’atto alla commissione competente e ai Municipi. E
«Senza rinnovo» Concessione rilasciata entro 30 giorni avrà una durata fino al 31 dicembre,
❞ Speriamo che la data del 31 dicembre 2020 venga prolungata Sergio Paolantoni del bar Palombini
però l’ala vicina a Coia, ovvero i consiglieri che si sentono estromessi dal decisionismo dell’entourage raggiano, potrebbero impuntarsi affinché si segua la procedura ordinaria (in questo caso i tempi si allungherebbero, non meno di 20 giorni).
Il capogruppo grillino, Giuliano Pacetti, non si sbilancia: «È possibile che vengano messi termini d’urgenza...». Salvo poi precisare: «La delibera dovrebbe passare in commissione e nei Municipi...». Posizione simile a quella di Coia: «L’anticipazione dei poteri dell’Assemblea mi sembra strana, come se fosse un atto dall’esecutività immediata, ma io non sono un avvocato...».
L’amministrazione arriva in ritardo alla riapertura di bar e ristoranti mentre altre città italiane, tra cui Milano, hanno già adottato provvedimenti analoghi. Critiche le opposizioni: «Purtroppo la montagna sta partorendo un topolino - contesta Andrea De Priamo, capogruppo di FdI - . Niente ordinanza subito operativa, ma una delibera molto simile a quella del Pd. Cercheremo di modificarla in aula, ma siamo preoccupati per i tempi di attuazione». Giulio Pelonzi, capogruppo dem, insiste: «Per ora solo annunci, abbiamo presentato la nostra proposta il 9 maggio: si porti subito la delibera in aula».