I Sacchi: «Luca non coinvolto» Ma era lui a contattare il pusher
La famiglia dopo le rivelazioni: «Proteggeva Anastasiya» Fratellastri in fuga con la cocaina: presi
«Non è vero che Luca incontrò gli spacciatori». Così la famiglia Sacchi, tramite gli avvocati Armida Decina e Paolo Salice prova a cancellare le ombre sul personal trainer, ucciso lo scorso ottobre nella rapina nata durante un acquisto di marijuana. Secondo l’ultima informativa dei carabinieri sul telefono della vittima, il 24enne si recò a Casal Monastero cinque giorni prima del delitto. È lo stesso quartiere da dove provengono i suoi due killer (Paolo Pirino e Valerio Del Grosso) i cui telefoni agganciano le stesse celle di quello di Luca agli stessi orari: «L’incontro è verosimilmente avvenuto», annotano gli investigatori nell’atto depositato al processo dal pm Nadia Plastina. Non è così per i genitori di Luca, il papà Alfonso e la mamma Tina: «Non risulta assolutamente che Luca conoscesse i suoi killer e non vi è mai stato alcun contatto telefonico. In quella zona stasiya —. Lavorarci sì, ma viverci assieme no».
E già il 31 ottobre Princi manda ai suoi clienti il nuovo numero. È un telefono intestato a un bengalese: «Ho studiato parecchio i cellulari in questi annetti, ho capito come funzionano le cose, dove tappare e dove lasciare aperto», si vanta. E un mese dopo il delitto è già di nuovo su piazza a spacciare, come
Alfonso Sacchi, il padre di Luca. Con la moglie Tina e l’altro figlio Federico è parte lesa nel processo emerge dalla chat su Signal con Valerio Rispoli, uno dei mediatori dei pusher, presente anche lui al Cabot pub il giorno dell’omicidio: «Non so proprio come comportamme — gli dice Rispoli in un vocale la sera dopo — , io volevo fa’ un lavoro pulito e semplice... Non me la posso portà dietro per sempre ‘sta cosa».
La frase
Luca e Anastasiya in una foto durante una vacanza, quando erano felici e non erano emersi contrasti sulle frequentazioni
Due fratellastri di 31 e 41 anni sono stati arrestati dai carabinieri al termine di un drammatico inseguimento in auto alla periferia di Rocca di Papa. I due sono fuggiti all’alt di una pattuglia e hanno anche lanciato dal finestrino un pacchetto contenente dosi di cocaina. La prima è finita ai domiciliari, il secondo invece è stato portato in camera di sicurezza.