Basket anno zero: «Mini budget e settori giovanili da rifondare»
Eurobasket Roma senza «casa» in A2 e Npc Rieti che rischia l’autoretrocessione
Il futuro è qui eppure sotto canestro non riescono a vederlo. Oltre ai professionisti, al grande basket delle grandi folle e dei grandi interessi, a Roma (e nel Lazio) c’è chi da sempre lavora per tenere in vita una sconfinata passione e che adesso si trova alle prese con il presente contagiato dal virus. Il campionato annullato a metà strada non ha tolto la voglia di guardare avanti ad Armando Buonamici, presidente dell’Eurobasket, e a Giuseppe Cattani, presidente dell’Npc Rieti, che non sanno come e quando potranno ripartire in serie A2: «Noi con tante difficoltà - ammette Buonamici - ci siamo e ci saremo. Adesso c’è da capire come ripartiremo con i budget dimezzati: come fai oggi ad andare da una delle aziende che ti ha sostenuto fino a ieri a chiedere di proseguire con il proprio impegno se lei più di te non sa come ripartire? Di sicuro tutti dovranno darsi una regolata, ridisegnare strategie e obiettivi facendo programmi a lunga scadenza: noi avremo un budget ridotto all’osso, ma lo avremo. Il vero problema, però, per l’Eurobasket è che in pandemia ci vive da oltre due anni: siamo romani, facciamo pallacanestro a Roma, eppure siamo costretti a giocare a Cisterna di Latina perché qua non si è trovata una soluzione per avere un impianto omologato per la serie A. Si gioca a porte chiuse e la voce mancati incassi fa paura a tanti presidenti? Purtroppo non a noi, la partita in casa da due anni è una spesa, mai un ricavo...».
Parametri opposti a Rieti, dove il basket è di casa e senza gli incassi sarebbe difficile allestire una squadra: «Lo sport è aggregazione - esordisce Cattani -, voglia di abbracciarsi per un bel canestro dei tuoi, socialità. Ecco perché noi club di A2 abbiamo preso una decisione drastica: a porte chiuse non ci sarà campionato. Rispetteremo le norme, ci alleneremo, faremo la Supercoppa senza spettatori per rodare la nostra capacità di rispettare le regole, ma il campionato solo quando potremo regalare spettacolo ai nostri appassionati. Ma oggi sono altri i problemi. Se imprenditori del calibro di Claudio Toti a Roma e Salvatore Moncada ad Agrigento hanno alzato bandiera bianca, allora c’è di che preoccuparsi. Io stesso entro il 15 giugno dovrò prendere una decisione determinante: continuare in A2 senza sapere come, o scegliere per una dolorosa auto-retrocessione. Spero che chi ha a cuore lo sport prenda decisioni logiche, come quella di concedere il credito di imposta agli imprenditori che avranno ancora la forza di sostenerci. Perché se non invogliamo le aziende sarà difficile trovare i soldi per andare avanti».
Come ripartire? La voce diventa una sola: «Il grande pensiero comune è il settore giovanile (680 tesserati tra Rieti ed Eurobasket, ndr). Quanti si saranno persi in questi mesi di incertezza? E come riporteremo in palestra i nostri ragazzi assicurando a loro e alle loro famiglie la sicurezza sanitaria?».