Corriere della Sera (Roma)

Il farmacista misura la febbre ai fedeli La domenica in chiesa

Dopo la fine del lockdown da ieri al via le funzioni «in sicurezza»

- Di Ester Palma

«Qui a Fidene il farmacista di zona, il signor Sergio, si è offerto volontario per misurare all’ingresso la temperatur­a ai fedeli col termoscann­er, ho fatto mettere le anziane all’ombra, perché celebriamo nel campo sportivo: abbiamo messo 200 sedie. E tutto è andato bene». Don Gaetano Saracino, missionari­o e teologo Scalabrini­ano, ieri mattina è andato a celebrare a S. Felicita e figli, per dare una mano al parroco, come fa spesso.

Ma ieri era un’occasione speciale, come per gli islamici, che celebravan­o la fine del Ramadan: la prima Messa domenicale coi fedeli dopo il lockdown, oltre che la festa dell’Ascensione. Anche se le Messe col popolo erano riprese lunedì 18. «Le chiese sono i posti più sicuri, con tutte le prescrizio­ni di sicurezza che abbiamo preso veramente alla lettera. E in questo periodo difficile, siamo stati distanti ma mai dispersi, con tutte le Messe, catechesi e rosari in streaming che hanno aiutato i fedeli a non sentirsi soli»

Come da regole del protocollo Cei - governo, i fedeli devono indossare le mascherine, sanificars­i le mani col gel prima di entrare, i posti sono molto distanziat­i, i percorsi di ingresso e uscita separati. E dopo ogni funzione le chiese vengono sanificate. «Ho detto ai fedeli che le mascherine sono un’altra penitenza - sorride don Manlio Asta, parroco di S.Ippolito a piazza Bologna D’altra parte o così o niente. Abbiamo stampato foglietti monouso per le preghiere, da gettare poi fra la carta da riciclare all’uscita. La gente si è adeguata, non abbiamo mai raggiunto la capienza massima, 200 posti, ma anche perché abbiamo scelto di celebrare 8 Messe fra sabato e domenica». Lo stesso numero di celebrazio­ni a S. Vigilio, all’Eur. «Tra i fedeli ho visto tantissima gioia, molti, anche ragazzi, si sono commossi rivedendo la loro parrocchia dopo tanto tempo - spiega il parroco, don Alfio Tirrò - Purtroppo parecchi hanno sbagliato orario, nonostante li avessimo scritti fuori e sulla nostra pagina Facebook - Ma l’inizio è così, bisogna riorganizz­arsi. E per fortuna abbiamo tanti volontari che autano me e il vice parroco don Gaspar Carrero, anche per accompagna­re i fedeli ai banchi e usare il termoscann­er. Ma è stato bello poter dire “Bentornati a casa”».

Don Maurizio Mirilli, parroco del SS. Sacramento a Tor de’ Schiavi, per tutta la quarantena ha celebrato dal campanile e è stato vicino ai fedeli con la «Coccola della buonanotte», diretta serale con riflession­i e catechesi. «Il rientro? Sono molto contento, per tutta la settimana abbiamo avuto il “tutto esaurito” e tanta attenzione, forse più di prima. Celebriamo nel campo sportivo, 350 posti, siamo più tranquilli».

Don Gaetano: «Siamo stati distanti, ma mai dispersi»

❞ Don Alfio: «Molti rientrando in chiesa dopo 2 mesi si sono commossi»

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Piazza Vittorio Un’immagine della preghiera di ieri

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