Ignacio Goitia: pop, eros & Grand Tour
L’universo di Ignacio Goitia: la mostra dell’artista basco visitabile da oggi al Cervantes
La sagoma della giraffa a grandezza (quasi) naturale, che staziona in una delle sale dell’Instituto Cervantes di piazza Navona, non è l’unica protagonista... Altri quadrupedi dal lungo collo abitano infatti le tele di questo pittore dalla fervida immaginazione e sedotto dalle magniloquenti scenografie (da lui stesso immaginate).
E infatti insieme alle giraffe nelle tele di Ignacio Goitia — 52 anni, protagonista da oggi di una personale nalla Sala Dalì del Cervantes, prima mostra «nuova» ad aprire i battenti nella Capitale — spunta un po’ d tutto: architravi, colonne, architetture classiche e barocche, poliziotti in divisa, uniformi, virilità erculee o sottomesse, busti, fenicotteri, obelischi, archi di trionfo, fondali alla Miami (dove in parte Goitia vive) e folclore basco, terra natia dell’autore.
Tutti elementi — con uso ricorrente ma non esclusivo del colore acceso — che concorrono a definire il ricco alfabeto decorativo di questo artista di lungo corso — trent’anni di carriera — per il quale forse si potrebbe recuperare l’aggettivo, molto anni Ottanta, di «postmoderno», considerando la sua attitudine a inventare nuove visioni (tanto figurative, quanto fantastiche) facendo un uso massiccio della «citazione» e mescolando epoche passate e presente, pop, eros & Grand Tour. L’esposizione, nel suo insieme, si presenta come una installazione, montata e ideata dall’artista stesso. Le tele, quasi sempre di formato monumentale, sono inquadrate da una carta da parati riproducente sculture virili che sorreggono e danno ritmo all’intero impianto. Una sala funziona, anche, da vetrina esterna, con sagome ritagliate a grandezza naturale di personaggi «goitiani» (che si aggiungono alla giraffa). Dall’esterno la scena risulta coloratissima. Dall’interno invece le stesse sagome appaiono totalmente nere e paiono evocare le ombre cinesi (la Cina, qua e là, si affaccia anche in alcuni quadri).
L’effetto «straniamento» nell’osservatore è dato dall’accostamento di luoghi e tempi lontani tra loro, in cui una New York-non New york può sbucare dal fondo di un pronao colonnato, o in cui soldati svenuti a terra possono convivere con mitologie varie e divinità di pietra. Un gusto per le «folies» quello di Gotia (con ricorrenti sottotesti legati al tema della sessualità) che arriva ad azzardare l’ironico dialogo ravvicinato tra una delle più erotiche opere d’arte d’ogni tempo — il Fauno Barberini — e un gruppo di donne velate sotto la volta della Gliptoteca di Monaco.
La mostra, titolo «L’universo di Ignacio Goitia», si potrà visitare gratis fino al 27 giugno, dal mercoledì al sabato dalle 16 alle 20. Per accedere è necessaria la prenotazione da richiedere scrivendo a pnavona@cervantes.es.