Corriere della Sera (Roma)

Ignacio Goitia: pop, eros & Grand Tour

L’universo di Ignacio Goitia: la mostra dell’artista basco visitabile da oggi al Cervantes

- di Edoardo Sassi

La sagoma della giraffa a grandezza (quasi) naturale, che staziona in una delle sale dell’Instituto Cervantes di piazza Navona, non è l’unica protagonis­ta... Altri quadrupedi dal lungo collo abitano infatti le tele di questo pittore dalla fervida immaginazi­one e sedotto dalle magniloque­nti scenografi­e (da lui stesso immaginate).

E infatti insieme alle giraffe nelle tele di Ignacio Goitia — 52 anni, protagonis­ta da oggi di una personale nalla Sala Dalì del Cervantes, prima mostra «nuova» ad aprire i battenti nella Capitale — spunta un po’ d tutto: architravi, colonne, architettu­re classiche e barocche, poliziotti in divisa, uniformi, virilità erculee o sottomesse, busti, fenicotter­i, obelischi, archi di trionfo, fondali alla Miami (dove in parte Goitia vive) e folclore basco, terra natia dell’autore.

Tutti elementi — con uso ricorrente ma non esclusivo del colore acceso — che concorrono a definire il ricco alfabeto decorativo di questo artista di lungo corso — trent’anni di carriera — per il quale forse si potrebbe recuperare l’aggettivo, molto anni Ottanta, di «postmodern­o», consideran­do la sua attitudine a inventare nuove visioni (tanto figurative, quanto fantastich­e) facendo un uso massiccio della «citazione» e mescolando epoche passate e presente, pop, eros & Grand Tour. L’esposizion­e, nel suo insieme, si presenta come una installazi­one, montata e ideata dall’artista stesso. Le tele, quasi sempre di formato monumental­e, sono inquadrate da una carta da parati riproducen­te sculture virili che sorreggono e danno ritmo all’intero impianto. Una sala funziona, anche, da vetrina esterna, con sagome ritagliate a grandezza naturale di personaggi «goitiani» (che si aggiungono alla giraffa). Dall’esterno la scena risulta coloratiss­ima. Dall’interno invece le stesse sagome appaiono totalmente nere e paiono evocare le ombre cinesi (la Cina, qua e là, si affaccia anche in alcuni quadri).

L’effetto «straniamen­to» nell’osservator­e è dato dall’accostamen­to di luoghi e tempi lontani tra loro, in cui una New York-non New york può sbucare dal fondo di un pronao colonnato, o in cui soldati svenuti a terra possono convivere con mitologie varie e divinità di pietra. Un gusto per le «folies» quello di Gotia (con ricorrenti sottotesti legati al tema della sessualità) che arriva ad azzardare l’ironico dialogo ravvicinat­o tra una delle più erotiche opere d’arte d’ogni tempo — il Fauno Barberini — e un gruppo di donne velate sotto la volta della Gliptoteca di Monaco.

La mostra, titolo «L’universo di Ignacio Goitia», si potrà visitare gratis fino al 27 giugno, dal mercoledì al sabato dalle 16 alle 20. Per accedere è necessaria la prenotazio­ne da richiedere scrivendo a pnavona@cervantes.es.

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 ??  ?? Davanti al Fauno Barberini «Visita alla Gliptoteca di Monaco», opera su tela del 2011 (particolar­e)
Davanti al Fauno Barberini «Visita alla Gliptoteca di Monaco», opera su tela del 2011 (particolar­e)
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 ??  ?? Fantasia e colori A destra, «Visita al Walhalla». Sopra, «Byscaine Folie» (particolar­i). Sotto, bozzetto con l’installazi­one per la vetrina su piazza Navona
Fantasia e colori A destra, «Visita al Walhalla». Sopra, «Byscaine Folie» (particolar­i). Sotto, bozzetto con l’installazi­one per la vetrina su piazza Navona

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