Corriere della Sera (Roma)

La denuncia: quanti avvoltoi in cerca di locali

- Valeria Costantini

«Non ho i soldi per riaprire e gli sciacalli vogliono già comprare la mia attività». La sofferta denuncia è di Adriana Perugini, storica ristoratri­ce di Roma, che da oltre vent’anni gestisce «Il cuore di Napoli», ritrovo dell’Esquilino a pochi passi dal ministero dell’Economia. Come a tanti altri imprendito­ri, il lockdown le ha lasciato le casse vuote. E c’è anche chi è pronto a speculare sulle difficoltà dei commercian­ti, acquistand­o negozi e spazi per pochi spiccioli. Una situazione di profonda crisi che per Adriana è iniziata già a febbraio, con pochi coperti e lavoro ridotto nel suo locale caratteris­tico in via Cernaia, pieno centro. Poi la chiusura a inizio marzo e la serranda abbassata per tre mesi. Ora è tutto buio. «Non so assolutame­nte come ricomincia­re, non ho i soldi per ripartire – spiega con la voce tremante la donna ai microfoni di Antonio Crispino per Corriere Tv –. Riaprire dopo tre mesi è come aprire per la prima volta. C’è poca gente in giro, c’è paura, dovrò ricomprare tutto e sanificare, mantenere le distanze di sicurezza nel mio piccolo ristorante sarà come non guadagnare». Ha costruito il suo sogno da sola Adriana Perugini, porta la cucina napoletana doc ai romani da due decenni, ma ora si trova senza vie di uscita e gli speculator­i alla porta. «È capitato anche ad altri commercian­ti, si è presentata da me una persona che mi ha offerto tre, quattromil­a euro per comprare il mio ristorante – segnala la Perugini –. Ma come posso svendere la mia attività per quattro soldi, non mi bastano nemmeno per ripagare i debiti. E se fallisco con quali fondi affronto le conseguenz­e giuridiche, come faccio a ripartire?». Senza scampo e senza nemmeno aiuti dallo Stato: «Come imprendito­ri ci servono sostegni per l’affitto o riduzione delle imposte. Ma non mi sono arrivati nemmeno i seicento euro per partite Iva». Spiega che deve riuscire a sorridere al figlio, continuare a dirgli che andrà tutto bene. Il fallimento però sembra imminente. «Non ho liquidità, ho speso tutto per restare in piedi, volevo ripartire come tutti, ma se poi non riuscissi a rimanere aperta non so come ne uscirei», confessa ancora Adriana: un incubo condiviso da molti imprendito­ri.

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