Voci di corridoio, il pop retrò dei Réclame
Domani esce l’album d’esordio della band romana
Storie di onorabile gavetta. «A Sanremo le vie sono molto strette, non si trova parcheggio facilmente. Appena arrivati, stipati in quattro, la macchina strapiena di roba, scarichiamo tutta la strumentazione e ci accorgiamo che prenotando casa online mancava un piccolo dettaglio: niente ascensore. Appartamento del centro storico, ultimo di nove piani. Abbiamo dovuto fare quindici, sedici viaggi in tre, il quarto era andato a cercare parcheggio, col proprietario di casa che stava lì a guardarci come si osservano i lavori in corso...». ‘Réclame, il nome della band.
Partiti da Roma, a Sanremo Giovani 2019 si sono fatti valere. Tra i dieci finalisti con un brano che già guardava avanti: Il viaggio di ritorno. E domani, per loro, è un giorno speciale, una di quelle tappe che segnano una carriera. L’uscita dell’album d’esordio. Titolo: Voci di corridoio. «Il
❞ Ci sentiamo vicini ai cantautori classici, alla grande scuola degli anni 60 e 70
coronamento di questi anni di nottate passate sugli strumenti e per quanto mi riguarda anche a scrivere i testi. Sì — confessa la voce del gruppo, Marco Fiore — siamo in fibrillazione».
Testi che danno voce — appunto — a personaggi e storie capaci di scavare tra i sentimenti e prendere coscienza di vizi, contraddizioni, sconfitte. «Molto vicini a un cantautorato diciamo classico, la grande scuola degli anni Sessanta e Settanta». Musica invece figlia di una contemporaneità fatta di suoni eterogenei, ascolti onnivori:«Non c’è un pezzo uguale all’altro, ci piace sperimentare, abbiamo voglia di osare, ecco: se non lo fai da ragazzo, quando lo fai?». Con Marco, in band, i tre fratelli Roia: Riccardo alle tastiere, Gabriele al basso, Edoardo alla batteria. «Ci conosciamo dalle elementari. Sono come il quarto fratello acquisito. Certo, in sala prove, quando litigano tra loro assisto a scene epiche, a volte cerco di pacificarli ma è veramente difficile».
I primi passi sulla scia dei modelli di band anglosassoni «e a 15 anni va bene così, scimmiottavamo la new wave, il progressive rock. Santi i loro genitori, che ci hanno sopportato». La fase di crescita avvicinandosi a una scrittura originale. Studi adeguati: i tre Roia al Saint Louis, Marco alla Sapienza, corso di Lettere, Musica e Spettacolo. La svolta incontrando casualmente Daniele Sinigallia, produttore di grande esperienza che ha deciso di scommettere sui Réclame. La scelta del nome? «Cercavamo un termine con un respiro internazionale, ma usato correntemente in italiano. Il linguaggio pubblicitario poi fa parte della cultura pop. Si, è una parola un po’ retrò: siamo anche dei feticisti che rispettano il passato».
Prossimo sogno: «Uscire da questo periodo folle e farci conoscere sul palco: la musica dal vivo è un’esperienza sottocutanea impareggiabile».
Cercavamo un nome con un respiro internazionale, ma usato in italiano