Cerciello, ecco il coltello dei killer I difensori: attrezzo da campeggio
In aula la ricostruzione dettagliata della notte vissuta dagli americani
La notte brava di Finnegan Lee Elder e Gabriel Christian Natale Hjorth in diretta chat. E’ l’una di notte del 26 luglio 2019 e Elder racconta a Kristina la sua ragazza, rimasta in California, le vacanze romane del terzo millennio. Coca, coltelli e intermediari: «Sono stanco» dice Elder dalla sua camera all’hotel Meridien in Prati, dopo il prologo trasteverino. «Vorrei riposare ma Gabe è infuriato, vado con lui». La seconda audizione del colonnello Lorenzo D’Aloia che coordina i carabinieri del Nucleo Investigativo di via in Selci, autore delle verifiche sull’omicidio di Mario Cerciello Rega, guida chi è in aula lungo il percorso della strana movida di quella notte. Prima il tentativo di acquistare droga a Trastevere, poi il furto dello zaino di «Gabe» (che lo fa infuriare), quindi la mediazione di Sergio Brugiatelli per far incontrare i militari e i ragazzi. D’Aloia ha davanti a sé i ci sono prove in questo senso dice. La difesa invece ha sempre smentito, affermando che, al momento di colpire, i ragazzi non avevano idea che Cerciello fosse un rappresentante delle forze dell’ordine.
Infine l’arma. Il kabar da marine, in aula, diventa un coltello da campeggiatore, più un aggeggio da boyscout che un’arma micidiale. Dice Borzone: «Non vogliamo minimizzare ma quel coltello, descritto come arma fatale, è un comune attrezzo da campeggio. Si può acquistare per poche decine di dollari in qualunque negozio di caccia, pesca e sport all’aria aperta». Ma comunque: perché portarlo in valigia andando in vacanza? Qui, spiega Borzone, bisogna pazientare. Perché la spiegazione può arrivare con la testimonianza della mamma di Elder, prevista dopo l’estate: «Non voglio anticipare nulla ma c’erano buone ragioni per portare con sé il coltello» dice Borzone. Il simbolo della spavalderia di Elder, arma del delitto, nascosta nel controsoffitto dell’hotel e rintracciata dai carabinieri, viene così derubricata ad accessorio sportivo.
Il carabiniere Mario Cerciello Rega (foto Proto)