ZERO ALIBI, ORA FATECI SOGNARE
Sarà la prosecuzione del campionato stoppato dalla pandemia il 9 marzo (ultima partita: Sassuolo-Brescia 3-0) o andiamo incontro a un torneo del tutto diverso, che potrebbe ribaltare la classifica? È la grande domanda che la ripartenza della Serie A - il 20 giugno, dopo la parentesi della Coppa Italia - si porta con sé, tra nuove regole (le cinque sostituzioni) e calendario fittissimo (si gioca ogni tre giorni). Non ci sono precedenti, si navigherà a vista.
Lazio e Roma si sono battute a fondo perché il campionato ripartisse, scontrandosi con club che si sono schierati chiaramente per lo stop e altri che hanno fatto il «pesce in barile». Lotito coltiva il sogno dello scudetto ed è riuscito a trattenere i suoi calciatori a Roma per tutto il lockdown, al contrario di quelli della Juventus che, a iniziare da Cristiano Ronaldo, sono partiti per una diaspora. Questo è un indubbio vantaggio, anche se il presidente Lotito ha rischiato di vanificarlo con una gestione ondivaga del taglio degli stipendi per i mesi non giocati. Simone Inzaghi ha capito invece di aver perso un’altra carta vincente: «Se il campionato non si fosse fermato avremmo giocato una partita alla settimana e avevamo impostato la preparazione anche su quello. Adesso, giocando ogni tre giorni, cambierà tutto. Cercheremo di farci trovare pronti». L’importante è che la squadra non lo prenda come un alibi.
La forza della Lazio è che la qualificazione in Champions League è già in cassaforte. Il primo risultato è stato raggiunto, lo scudetto sarebbe qualcosa di straordinario.
Gli alibi servono ancor meno alla Roma. L’accesso alla Champions e ai suoi milioni è invece lo scudetto che i giallorossi devono inseguire per garantirsi un futuro migliore. Però sono a tre punti dall’Atalanta, che ha anche una partita da recuperare, e non hanno mai trovato la continuità di rendimento necessaria per le grandi rimonte. A vantaggio di Fonseca c’è una rosa ricca, da turnover: ha recuperato Zappacosta e Diawara; non subito, ma magari a fine stagione, potrebbe rimandare in campo anche Zaniolo. Sulla Roma rischia di pesare, semmai, l’incertezza sul futuro societario, dopo il no di Pallotta a Friedkin. Nessuno è sicuro del posto per il prossimo anno, nemmeno i giocatori come Zaniolo e Pellegrini che mai dovrebbero essere venduti.