Termini, niente test all’arrivo
La Regione: controlli solo a chi scende da aerei e navi. Il Mit: treni, termoscanner in partenza
Controlli anti-Covid alle partenze dei treni nelle stazioni dell’Alta Velocità ma niente termoscanner per chi arriva a Termini e Tiburtina. Oggi riapre il transito fra regioni dopo il lockdown e, con un decreto firmato ieri, il ministero dei Trasporti aggiorna le linee guida su trasporto ferroviario obbligando le stazioni dell’Alta Velocità a misurare la temperatura corporea a tutti passeggeri prima che salgano sui treni a lunga percorrenza. La linea Milano-Roma è quella che desta più preoccupazione visto che, considerati i numeri del contagio in Lombardia, da questa mattina sarà percorsa da 24 Frecce. Nella Capitale arriveranno altri 58 treni da tutta Italia. La strategia del Mit è controllare i passeggeri alla partenza: troveranno il termoscanner.
Arzilli, Fiorentino, Frignani e Salvatori
Controlli anti-Covid alle partenze dei treni nelle stazioni dell’Alta Velocità ma niente termoscanner per chi arriva a Termini e Tiburtina. Oggi riapre il transito fra regioni dopo il lockdown e, con un decreto firmato ieri, il ministero dei Trasporti aggiorna le linee guida sul trasporto ferroviario obbligando le stazioni dell’Alta Velocità a misurare la temperatura corporea a tutti passeggeri prima che salgano sui treni a lunga percorrenza. La linea Milano-Roma è quella che desta più preoccupazione visto che, considerati i numeri del contagio in Lombardia, da questa mattina sarà percorsa da ben 24 delle 58 Frecce con destinazione Capitale (sono 80 in tutta Italia) e 24 Intercity — anch’essi sottoposti a controlli alla partenza - dei 48 nazionali. Anche questi ultimi saranno passati all’esame dei termoscanner in mano alla Protezione civile. La strategia del Mit consiste nel controllare i passeggeri alla partenza: per loro ingressi dedicati al termine dei quali troveranno i misuratori di febbre (a pistola) e, con una temperatura superiore ai 37,5°, non si potrà salire sul treno. Così sarà fino al 15 giugno, a Milano come a Roma, dove chi ha temperatura oltre il limite viene preso in carico dalla sanità regionale che provvede poi al test.
Nel Lazio la preoccupazione in vista della riapertura è tanta. Nei giorni scorsi l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato l’ha chiaramente espressa lanciando un allarme, chiedendo una riapertura modulata sulle «evidenze scientifiche», ovvero calibrata sui diversi indici di contagio delle regioni. E l’ansia aumenta se si pensa che né i caselli autostradali né le stazioni dei pullman, come la Tibus a Tiburtina, frequentata ogni giorno da migliaia di pendolari, saranno sotto controllo almeno dei termoscanner. «Molta più gente circolerà, Roma e il Lazio tornano alla loro vocazione naturale ma aumenterà un po’ il rischio conferma il governatore Nicola Zingaretti -. E quindi ancora di più con responsabilità teniamo alta la guardia: distanza, igiene, mascherine. Ovunque, dove si può, misuriamo la temperatura: non è un problema, è una scelta che aumenta la sicurezza». Così il presidente della Regione ha firmato un’ordinanza che, in sostanza, recepisce le indicazioni del Mit obbligando i gestori di porti, aeroporti e stazioni ferroviarie a fare controlli alle partenze. E indicando agli scali aerei di Fiumicino e Ciampino, oltre che al porto di Civitavecchia, di disporre i termoscanner anche agli sbarchi passeggeri.
Dal dispositivo regionale, dopo una lunga fase di dibattito interno, restano però fuori le misurazioni della temperature all’arrivo dei treni. «I vettori e gli armatori del trasporto interregionale aereo e marittimo del porto di Civitavecchia provvedono alla misurazione della temperatura dei singoli passeggeri anche allo sbarco», è scritto nel documento. E i treni? In pratica, chi oggi arriverà su rotaia da Milano, da Torino o da altre zone del Paese con indici di contagio ancora preoccupanti, non troverà un termoscanner ad accoglierlo. «A mio avviso questa è una decisione inquietante - spiega il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi -. I controlli solo alla partenza non sono sufficienti, anche a livello di arrivi dovremmo stare tranquilli considerato il momento che è particolarmente caldo, magari con presidi territoriali: il passeggero viene trattenuto mezz’ora per le misurazioni necessarie e nel caso il test. Sicuramente in un momento in cui abbiamo fatto tutti sacrifici, una maggiore attenzione sarebbe stata opportuna. Ora speriamo di non dover richiudere tutto perché sarebbe una mazzata».