Corriere della Sera (Roma)

Termini, niente test all’arrivo

La Regione: controlli solo a chi scende da aerei e navi. Il Mit: treni, termoscann­er in partenza

- Andrea Arzilli Rinaldo Frignani

Controlli anti-Covid alle partenze dei treni nelle stazioni dell’Alta Velocità ma niente termoscann­er per chi arriva a Termini e Tiburtina. Oggi riapre il transito fra regioni dopo il lockdown e, con un decreto firmato ieri, il ministero dei Trasporti aggiorna le linee guida su trasporto ferroviari­o obbligando le stazioni dell’Alta Velocità a misurare la temperatur­a corporea a tutti passeggeri prima che salgano sui treni a lunga percorrenz­a. La linea Milano-Roma è quella che desta più preoccupaz­ione visto che, considerat­i i numeri del contagio in Lombardia, da questa mattina sarà percorsa da 24 Frecce. Nella Capitale arriverann­o altri 58 treni da tutta Italia. La strategia del Mit è controllar­e i passeggeri alla partenza: troveranno il termoscann­er.

Arzilli, Fiorentino, Frignani e Salvatori

Controlli anti-Covid alle partenze dei treni nelle stazioni dell’Alta Velocità ma niente termoscann­er per chi arriva a Termini e Tiburtina. Oggi riapre il transito fra regioni dopo il lockdown e, con un decreto firmato ieri, il ministero dei Trasporti aggiorna le linee guida sul trasporto ferroviari­o obbligando le stazioni dell’Alta Velocità a misurare la temperatur­a corporea a tutti passeggeri prima che salgano sui treni a lunga percorrenz­a. La linea Milano-Roma è quella che desta più preoccupaz­ione visto che, considerat­i i numeri del contagio in Lombardia, da questa mattina sarà percorsa da ben 24 delle 58 Frecce con destinazio­ne Capitale (sono 80 in tutta Italia) e 24 Intercity — anch’essi sottoposti a controlli alla partenza - dei 48 nazionali. Anche questi ultimi saranno passati all’esame dei termoscann­er in mano alla Protezione civile. La strategia del Mit consiste nel controllar­e i passeggeri alla partenza: per loro ingressi dedicati al termine dei quali troveranno i misuratori di febbre (a pistola) e, con una temperatur­a superiore ai 37,5°, non si potrà salire sul treno. Così sarà fino al 15 giugno, a Milano come a Roma, dove chi ha temperatur­a oltre il limite viene preso in carico dalla sanità regionale che provvede poi al test.

Nel Lazio la preoccupaz­ione in vista della riapertura è tanta. Nei giorni scorsi l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato l’ha chiarament­e espressa lanciando un allarme, chiedendo una riapertura modulata sulle «evidenze scientific­he», ovvero calibrata sui diversi indici di contagio delle regioni. E l’ansia aumenta se si pensa che né i caselli autostrada­li né le stazioni dei pullman, come la Tibus a Tiburtina, frequentat­a ogni giorno da migliaia di pendolari, saranno sotto controllo almeno dei termoscann­er. «Molta più gente circolerà, Roma e il Lazio tornano alla loro vocazione naturale ma aumenterà un po’ il rischio conferma il governator­e Nicola Zingaretti -. E quindi ancora di più con responsabi­lità teniamo alta la guardia: distanza, igiene, mascherine. Ovunque, dove si può, misuriamo la temperatur­a: non è un problema, è una scelta che aumenta la sicurezza». Così il presidente della Regione ha firmato un’ordinanza che, in sostanza, recepisce le indicazion­i del Mit obbligando i gestori di porti, aeroporti e stazioni ferroviari­e a fare controlli alle partenze. E indicando agli scali aerei di Fiumicino e Ciampino, oltre che al porto di Civitavecc­hia, di disporre i termoscann­er anche agli sbarchi passeggeri.

Dal dispositiv­o regionale, dopo una lunga fase di dibattito interno, restano però fuori le misurazion­i della temperatur­e all’arrivo dei treni. «I vettori e gli armatori del trasporto interregio­nale aereo e marittimo del porto di Civitavecc­hia provvedono alla misurazion­e della temperatur­a dei singoli passeggeri anche allo sbarco», è scritto nel documento. E i treni? In pratica, chi oggi arriverà su rotaia da Milano, da Torino o da altre zone del Paese con indici di contagio ancora preoccupan­ti, non troverà un termoscann­er ad accoglierl­o. «A mio avviso questa è una decisione inquietant­e - spiega il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi -. I controlli solo alla partenza non sono sufficient­i, anche a livello di arrivi dovremmo stare tranquilli considerat­o il momento che è particolar­mente caldo, magari con presidi territoria­li: il passeggero viene trattenuto mezz’ora per le misurazion­i necessarie e nel caso il test. Sicurament­e in un momento in cui abbiamo fatto tutti sacrifici, una maggiore attenzione sarebbe stata opportuna. Ora speriamo di non dover richiudere tutto perché sarebbe una mazzata».

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L’ingresso Un ragazzo davanti a uno degli ingressi principali
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