Radu, dodici anni di fedeltà e trofei: altre quattro presenze per salire sul podio
Lui un campionato l’ha già vinto ad appena vent’anni, con la Dinamo Bucarest nel 2007, quando la sua squadra prese subito il volo con 13 vittorie iniziali. Stefan Radu li giocò tutti, quei 13 incontri, e segnò il suo unico gol in Romania curiosamente quando la striscia si interruppe col 2-1 subìto dal Cluj. Quello «scudetto», l’ultimo nella storia del club, portò la Dinamo al preliminare di Champions League, dove la Lazio la eliminò a fatica e scoprì quel difensore che giocava, allora come oggi, con la maglia numero 26. Un milione per il prestito fino a giugno, poi 3.850.000 euro a bilancio per l’acquisto definitivo. Appena due giorni dopo il suo arrivo Radu esordì (30 gennaio 2008) in Coppa Italia a Firenze, rischiando un autogol con un sinistro sghembo per anticipare Muslera ma vincendo 2-1. Tra i suoi compagni di allora è rimasto solo Tare, che entrò nel finale al posto di Pandev e pochi mesi dopo lasciò il calcio giocato accettando la proposta di Lotito che lo promosse coordinatore dell’area tecnica.
Sono passati 12 anni abbondanti. Dopo quella prima partita Radu, unico giocatore ad aver vinto tutti i 6 trofei dell’era Lotito, ne ha messe in fila altre 371. Gliene mancano solo 4 per salire sul podio all time, raggiungendo Negro a 376. Ha un altro anno di contratto, nel mirino ci saranno poi Wilson a 394 e Favalli a 401. Tutti e 3 i giocatori che lo precedono hanno vinto lo scudetto con la Lazio, quello scudetto che il 33enne romeno tornerà a inseguire il 24 giugno sul campo dell’Atalanta. Ripartendo da una cifra tonda: le 300 partite in A festeggiate il 29 febbraio contro il Bologna, quando la Lazio si trovò (temporaneamente) in testa alla classifica nel girone di ritorno dopo vent’anni.