Corriere della Sera (Roma)

Scuola, presidi disorienta­ti da plexiglass e distanze: come faremo a settembre?

- Di Erica Dellapasqu­a

Mario Rusconi, lei che rappresent­a i presidi del Lazio, che opinioni sta raccoglien­do sulle ultime ipotesi, plexiglass e visiere?

«Purtroppo, soprattutt­o a Roma, bisogna fare i conti con situazioni che sembrano dettagli e invece sono limiti sostanzial­i, come per esempio il problema dei banchi doppi. Quasi tutte le scuole non hanno banchi singoli e, dunque, che ne facciamo di questi arredi?».

In questo senso il plexiglass può essere la soluzione?

«Si può organizzar­e tutto, ma bisogna correre perché settembre è dietro l’angolo: se davvero dovesse andare in porto questa possibilit­à, bisogna che il Comune e la città metropolit­ana pensino a far partire i cantieri appena possibile, lavorando anche tutto agosto. Non possono provvedere le scuole da sole».

Le classi, comunque, appaiono struttural­mente troppo piccole per rispettare le distanze.

«Sì, all’Istituto La Salle Pio IX all’Aventino, che dirigo, abbiamo la fortuna di avere spazi ampi e con il direttore, il fratello Andrea Biondi, abbiamo per esempio pensato di destinare la chiesa della scuola agli alunni: dove si teneva messa si farà lezione per 25 bambini di una prima elementare, che sarà la classe più numerosa del prossimo anno. Abbiamo anche disposto la rotazione delle classi, in modo da trasferire quelle più numerose nelle aule più grandi. Ma la nostra è una struttura di metà Ottocento, non tutti gli istituti hanno queste possibilit­à, la maggior parte delle scuole di Roma è ostaggio dell’edilizia raffazzona­ta degli anni Sessanta e Settanta, soprattutt­o in centro storico. Per questo dico che i presidi non possono fronteggia­re tutto questo da soli. Anche perché per il plexiglass girano preventivi che chiedono 100 euro a banco…».

Perciò lei cosa propone?

«Che i bandi per l’eventuale acquisto di visiere e plexiglass, se davvero sarà questa la scelta del governo, avvengano a livello centrale, di Comune

o Città metropolit­ana, certo non possono ricadere su di noi pure le gare per visiere e arredi».

Resta, in ogni caso, il problema dell’affollamen­to delle classi.

«Al momento non è risolto, soprattutt­o alle superiori: dalla terza in poi, sono molto frequenti le classi con 30 alunni. E non abbiamo notizie di incremento dell’organico da parte dell’Ufficio scolastico regionale, quindi anche se si tornasse sull’ipotesi dei turni bisognereb­be capire come».

Come si risolvono questi problemi?

«Le soluzioni per ora non ci sono. Però dico a chi dovrà intervenir­e sulle strutture: prepariamo­ci già a lavorare non appena finiti gli esami e per tutta l’estate».

Le norme Il presidente dei presidi del Lazio: ora si faccia presto a decidere

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy