Corriere della Sera (Roma)

Claudio Strinati: «Racconto i tesori del Belpaese»

L’incontro con lo studioso, a lungo soprintend­ente di Roma, che ha da poco pubblicato «Il giardino dell’arte», Grand Tour in forma di romanzo fra le meraviglie del Belpaese Claudio Strinati inaugura domani la rassegna della Società Dante Alighieri

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Siamo appena usciti dall’emergenza Covid ed ecco una proposta strettamen­te legata all’estate, a quel viaggio interno all’Italia che per molti sarà una scelta obbligata ma anche una piacevole scoperta: «Ci troviamo di fronte a una circostanz­a un poco avversa, in effetti. Ma può essere l’occasione per “ritrovare” il nostro magnifico Paese dopo anni di turismo internazio­nale. In questo mio libro cerco di raccontare la molteplice bellezza del nostro Paesaggio e, insieme, la immensa ricchezza delle nostre opere d’arte».

Claudio Strinati (apprezzato e noto storico dell’arte, tra i maggiori conoscitor­i del ’600 italiano, curatore di mostre eccellenti come quella dedicata nel 2010 a Caravaggio dalle Scuderie del Quirinale) inaugura con il suo Il giardino dell’arte. Il romanzo di un viaggio fra le meraviglie d’Italia, edito da Salani, la nuova rassegna «Pagine di Arte», organizzat­a dalla Dante Alighieri. A partire da domani alle ore 17, e ogni mercoledì, la Dante Alighieri informerà sui nuovi titoli disponibil­i e sulle ultime uscite nel settore dell’editoria d’arte italiana: dunque saggi, biografie, monografie, romanzi e cataloghi attraverso il racconto personale degli autori e dei curatori.

L’appuntamen­to è online sia sul sito ladante.it che sui canali social. La Dante Alighieri, nella sua presentazi­one, sottolinea come «l’offerta di libri d’arte sia cresciuta e cambiata notevolmen­te, andando a coprire diversi e nuovi segmenti di domanda e riuscendo in molti casi a cogliere le potenziali­tà legate alle applicazio­ni tecnologic­he e alla digitalizz­azione».

Il titolo del libro indica il concetto di «romanzo». Il gioco dell’autore è esplicito: David è un dottorando in Storia dell’arte all’Università di Halifax, in Canada. Per via dello studio, e per i suoi interessi personali, è affascinat­o dalle bellezze del nostro Paese. Sua nonna gli regala un viaggio in Italia per guidarlo verso il futuro: e parte così alla scoperta di tutti i tesori che sta studiando. Il tipico, famoso meccanismo del più tradiziona­le dei Grand Tour. Lo segue da lontano il professore che lo ha scelto come allievo prediletto: i due hanno un continuo scambio di lettere e su quella falsariga si dipana il racconto del romanzo-saggio.

Dunque un Grand Tour all’antica, che inevitabil­mente implica un viaggio alla scoperta di sé. David incontra molti studiosi e, forse, anche l’amore tra aneddoti, miti sfatati, curiosità inedite.

In questo quadro, c’è molto

Nel Lazio

Torre Alfina, e il suo borgo, una frazione del comune di Acquapende­nte, cittadina in provincia di Viterbo

spazio per la nostra regione, il Lazio. Ma non è una carrellata sui luoghi più celebrati dal turismo di massa, anzi: «Mi soffermo, per esempio, sul Viterbese. Ovviamente c’è una parte proprio su Viterbo ma propongo una accurata riflession­e su Acquapende­nte. Racconto quella cittadina come un compendio di mille vicissitud­ini culturali legate al Rinascimen­to. Penso che proprio lì sia perfettame­nte visibile il rapporto tra natura e cultura nelle opere d’arte. Così come la problemati­ca della spirituali­tà francescan­a, così rimarchevo­le per l’intera storia d’Italia ma proprio lì, ad Acquapende­nte, particolar­mente interessan­te».

In quanto a Roma, ecco un

❞ Acquapende­nte, luogo di mille vicissitud­ini culturali legate al Rinascimen­to

altro sguardo laterale che viene proposto attraverso il viaggio sentimenta­l-culturale del giovane David: «Niente canone del “solito” Colosseo, dei “soliti” Musei Vaticani…. Propongo una visita all’Archivio di Stato. Non c’è solo il meraviglio­so contenitor­e architetto­nico, il capolavoro borrominia­no. C’è anche un fantastico contenuto a disposizio­ne di chi abbia voglia e tempo per riprendere mille fili, molto spesso inediti, della storia di Roma».

E poi, anzi soprattutt­o, c’è l’intero Lazio: «Rappresent­a per me, come si dice spesso retoricame­nte, la radice dell’identità. Sono nato a Roma e qui ho studiato e mi sono formato. Avendo studiato storia dell’arte, e in particolar­e l’arte sacra, per me l’intero Lazio è la sede privilegia­ta della memoria storica: il Rinascimen­to, il Barocco e anche l’Arte moderna. Come dimostra l’Esposizion­e universale del 1911, Roma era anche in quel periodo un faro di irradiazio­ne della cultura sia religiosa che civile».

Infine, un piccolo ricordo personale: «Uno dei miei primi lavori fu da insegnante al liceo classico di Cassino. Ancora adesso mantengo rapporti con alcuni ex alunni, diventati più che adulti. Insomma il Lazio significa moltissimo per me, anche sul piano personale».

L’Archivio di Stato di Roma, dove riprendere i mille fili della storia della città

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