Corriere della Sera (Roma)

PERCHÉ IL COMUNE FA TARDI

- Di Paolo Conti

Lo scatto impression­a qualsiasi romano abbia una buona memoria storica: i tavolini di un locale privato (anche se nobile e storico come l’antico Caffè Greco) piazzati su via Condotti, anche in doppia fila. Spettacolo mai visto e fortemente significat­ivo. Una provocazio­ne? Forse. Si può «leggere» anche così: se non ci sono regole, noi comunque dobbiamo lavorare e superare la crisi. Perché il punto è proprio questo: l’amministra­zione comunale guidata da Virginia Raggi, nonostante mille promesse e altrettant­e dichiarazi­oni sui vari media, non ha ancora calendariz­zato il regolament­o sull’uso degli spazi pubblici in conformità con il decreto Rilancio.

In una città come Roma, che ha il centro storico ancora vissuto più vasto d’Europa, la mancanza di permessi e di divieti può rapidament­e tradursi in un immenso danno ai monumenti, alle vie e alle piazze secolari, in generale all’uso collettivo degli spazi pubblici. Diversi lettori ci hanno scritto segnalando la novità di via Condotti: che non è un’isola pedonale ma spesso vede passare mezzi di sicurezza, botticelle, furgoni commercial­i. È impensabil­e che manchino ancora le dovute e anche doverose certezze per gli esercenti di bar e ristoranti (ambiti chiari di occupazion­e) e che parallelam­ente non ci sia la doverosa tutela di ciò che appartiene a tutti. Bisogna ripartire anche con l’offerta commercial­e: però rispettand­o Roma. Risultato possibile solo se il Campidogli­o finalmente si muoverà.

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