PERCHÉ IL COMUNE FA TARDI
Lo scatto impressiona qualsiasi romano abbia una buona memoria storica: i tavolini di un locale privato (anche se nobile e storico come l’antico Caffè Greco) piazzati su via Condotti, anche in doppia fila. Spettacolo mai visto e fortemente significativo. Una provocazione? Forse. Si può «leggere» anche così: se non ci sono regole, noi comunque dobbiamo lavorare e superare la crisi. Perché il punto è proprio questo: l’amministrazione comunale guidata da Virginia Raggi, nonostante mille promesse e altrettante dichiarazioni sui vari media, non ha ancora calendarizzato il regolamento sull’uso degli spazi pubblici in conformità con il decreto Rilancio.
In una città come Roma, che ha il centro storico ancora vissuto più vasto d’Europa, la mancanza di permessi e di divieti può rapidamente tradursi in un immenso danno ai monumenti, alle vie e alle piazze secolari, in generale all’uso collettivo degli spazi pubblici. Diversi lettori ci hanno scritto segnalando la novità di via Condotti: che non è un’isola pedonale ma spesso vede passare mezzi di sicurezza, botticelle, furgoni commerciali. È impensabile che manchino ancora le dovute e anche doverose certezze per gli esercenti di bar e ristoranti (ambiti chiari di occupazione) e che parallelamente non ci sia la doverosa tutela di ciò che appartiene a tutti. Bisogna ripartire anche con l’offerta commerciale: però rispettando Roma. Risultato possibile solo se il Campidoglio finalmente si muoverà.