Shopping day, così il Comune pensa al rilancio delle attività
Mentre la delibera di giunta per l’ampliamento dei dehors non è ancora approdata in aula e la discussione rischia di slittare alla prossima settimana, la crisi morde le attività, molte delle quali non hanno ancora riaperto. La città è ferma vuoi per la mancanza di turisti, vuoi per crollo dei consumi (tra i settori più penalizzati abbigliamento, intimo, calzature, oltre alla ristorazione e agli hotel). Per provare a rilanciare il commercio il Campidoglio pensa a uno «shopping day», i primi di luglio, per attrarre non soltanto i romani, ma anche italiani e stranieri invogliati da una campagna di comunicazione allettante e all’insegna della sicurezza. Nella commissione congiunta Attività produttiveMobilità di domani i presidenti 5S Andrea Coia ed Enrico Stefàno ragioneranno su alcune proposte. Il Comune immagina una «Via libera del commercio», sulla falsariga delle giornate dedicate alle due ruote ecologiche care ai grillini. L’idea sarebbe quella di abbinare la smart mobility al ripopolamento del centro e delle zone dello shopping per riportare i romani, ancora cauti negli acquisti, a spendere contribuendo alla ripresa. Ieri le associazioni di categoria si sono confrontate sui progetti da sottoporre all’amministrazione: contrari all’ipotesi di una «notte bianca» troppo connotata in chiave culturale, sono invece propensi alla formula dello «shopping day». A condizione, però, che si confezioni un palinsesto attrattivo: eventi collaterali, di intrattenimento o legati alla valorizzazione dell’artigianato e delle botteghe storiche, in grado di movimentare flussi importanti (da capire come gestirli per non contravvenire alle regole sul distanziamento sociale). Nodo cruciale, le risorse: gli esercenti, che a fronte delle minori entrate hanno dovuto sostenere costi maggiori, si aspettano che a investire siano il Comune e la Camera di commercio.